Gilberto Carpo

BIOGRAFIA e CURRICULUM

Nato il 31 Luglio 1934 ad Omegna, in provincia di Verbania.

Da sempre interessato alle tecniche artistiche, ha imparato il mestiere frequentando gli studi di pittori e scultori. Si applica a tempo pieno a tale attività dal 1964. Vive e lavora a Casale Corte Cerro (VB) e a Campello Monti in località Tapone Valstrona (VB).

Il 4 Aprile 2006 consegue il titolo di Accademico Residente presso l’Accademia Internazionale “Greci-Marino”, Accademia del Verbano, Lettere, Arti, Scienze.

Una sua opera è in permanenza alla Pinacoteca d’Arte Italiana a Hong Kong.

 

PREMI:

2008 Premio Alba, Galleria d’Arte Moderna di Ferrara. – Primo classificato al Premio Internazionale Top League di GigArte.com. PRIMO PREMIO FESTIVAL DELL’UNITA’  OMEGNA, PRIMO PREMIO SAN GIORGIO CASALE, SECONDO CLASSIFICATO  A GALLERY MUSEALE QUIRINOS SVEZIA, PRIMO PREMIO GALLERIA CAMEN NAPOLI, TERZO PREMIO GALLERIA CAMEN NAPOLI, PRIMO PREMIO GIGA ARTE.

Aderisce al Movimento Culturale Cento e più Artisti Uniti per il mondo.

 

Presenze nelle aste:

Arte Prince. Archajda. Arte Moderna. Ars Value e Arte per rialzarsi.

 

MOSTRE:

2022  Ambasciatori del miele Forum di Omegna. Tessere il futuro Itinerante.

2021  Tra figurativo e astratto Forum di Omegna.

2020  La pandemia nell’arte Itinerante.

2018  Galleria Raggio di Luce di Potenza. Rassegna Internazionale d’Arte Contemporanea Matera. Mostra Internazionale (ospite d’onore e targa alla carriera) Castello di Buronzo.

2017  Retrospettiva (1960-2018) Forum di Omegna.

2016  Festival Jazz Stresa.

2015  Personale: la forma come atto soggettivo dell’immagine Galleria Borgo. Arte Borgomanero. In Arte Multiversi Galleria Cromie Potenza.

2014  Galleria Pall Mall Londra. Ritratto, autoritratto, circuiti dinamici Milano. Seven in Jazz Stresa. Llav International Landscape Art Virsbo. Art Gallery Svezia.

2013  Rassegna “due settimane italiane” (second classificato). Gallery Museale Quirinus Svezia.

2012  Triennale di Roma: i big dell’arte contemporanea. Complesso monumentale Museo l’Agostiniana Roma. Pop Surrealism Salotto dell’arte Torino. Post Avanguardia Italiana Salotto dell’arte Torino.

2011 Galleria Laborart (è forse morta la pittura) Piedimulera. Sede Museale Cà dei Carraresi Treviso. Galleria Leone (segreti della natura) Roma.

2010  Sala del Borgo Nuovo Ferrara. Galleria Gamen Napoli. Galleria Amici dell’Arte Torino.

2009  Galleria Gamen Napoli. Rassegna Internazionale d’Arte Contemporanea. Fiera Stoccarda Germania.

2008  Effebi Spazio Arte Verbania. Rassegna Nutrirsi d’Arte. Spazio Mostre Villa Tesoriera Torino.

2006  Rassegna Arte in Provincia Verbania. Rassegna Artisti Italiani a Hong Kong Cina.

2005  Villa Schneider Biella.

2004  Galleria Web Art Treviso.

2001  Studio d’Arte Lanza Verbania.

2000  Circolo Arti Visive Bertolt Brecht Milano.

1997  Mostra Itinerante Svizzera Italiana, Tedesca e Francese.

1996  Sala del Carrobio Omegna.

1995  Galleria AAA Ascona.

1994  Galleria Il Rivellino Ferrara.

1992  Mood Gallery Milano. Villa Bernocchi Premeno.

1991  Biblioteca Marazza Borgomanero. Tra Astrazione e Paesaggio Omegna.

1990  Piemonte Artistico Regione Piemonte Torino.

1989  Esperienze di Confine Sala del Carrobio Omegna. Palazzo delle Università della Riviera Orta San Giulio. Palazzo San Francesco Domodossola. Palazzo della Regione Cannobio. Biblioteca Civica Verbania. Studio d’Arte Lanza Verbania.

1988  Studio d’Arte Lanza Verbania.

1986  Rassegna d’Arte Contemporanea Clemont Ferrand. Sala espositiva Il Leonardo Cremona. Assessorato alla Cultura Beveno. Rassegna d’Arte Contemporanea Stresa.

1985  Salone Santa Marta Omegna.

1984  Salone delle Nazioni d’Arte Contemporanea Parigi.

1983  Galleria Borgo Arte Borgomanero.

1982  Villa Olimpia Verbania.

1980/81  Mostre di studio Orta San Giulio.

1978  Galleria Esagono Biella. Galleria Piazzetta Orta San Giulio.

1975  Mood Gallery Milano.

1974  Kursaal Verbania.

1972  Broletto Novara. L’Uomo sulla tela Itinerante.

1971  Centro delle Arti Grosseto.

1970  Galleria Rinascita Milano.

1969  Galleria Abba Brescia. Galleria Arona Novara.

1968  Galleria Santa Marta Omegna.

1967  Galleria Spriano Omegna.

 

Hanno scritto:

G. Seveso, G. Martucci, C.E. Bugatti, F. Bartolomei, G. Bedoni, G. Quaglino, P.P. Betti, V. Oliva, M. Rosci, A. Oberti, E. De Paoli, E. Fabiani, B. Pozzato, R. Moroni, G. Martinoli, G.T. Bagni, B. Coppini, G. De Rosa, D. Conenna, A. Iozzo, M. Luongo, R. Baldelli, G. Falossi, E. D’Auria, C. Colombo e G. Possa.

 

Segnalazioni:

BluArte – Arte Cultura InformazioneEnciclopedia dell’arte italianawww.GigArte.com – Archivio Internazionale delle Arti Contemporaneewww.ArtWanted.comwww.MegaArt.it – Galleria d’arte sul Web dell’Associazione Culturale “Mega Art” –  www.RomArt.it – Associazione Cento Pittori Via Marguttawww.FullArte.it –  Portale dell’Artigianato Italianowww.GallerieItaliane.comwww.Arteit.it – Il portale dell’Arte Italianawww.InterArteOnline.com – International Arts gallerywww.ArchivioArtisti.itwww.FuturMuseum.comwww.WhiteRex.itGiorgio Seveso, storico e critico dell’artewww.ArteInVetrina.it – Arte In Vetrina La tua vetrina sull’arte!www.artaintis.org – Il sito dell’Artewww.IlPortaleDegliArtisti.itpaciloart.devil.it – il Forum degli Artisti – www.artaintis.org – Il sito dell’Artegcarpo.smyart.com – My Smart Art (Bulgaria) –  worldartist.nig.com – Artists in the World – www.gnosyart.com (CIPRO) – Membro ARTIST IN TE WORLD – www.interartex.org – International Art Exhibition.

                                                  …..Dal figurativo all’astratto……

«Ho cominciato ad amare l’arte con passione, tanto che l’età, lungi dal diminuire, ha reso sempre più indispensabile questa esigenza di vita creativa. Una sensazione continua, anno dopo anno, di continui cambiamenti e di continue crisi indispensabili per ritrovare altre sensazioni, altre intuizioni, senza le quali non avrei potuto vivere. Le ho trovate strada facendo, percorrendo linguaggi e forme diverse, ma sempre legate alla trasformazione e alle varie scoperte. Le opere stesse sono state le mie ricerche, anche quando sembravano andare in direzioni differenti, ma senpre poi riprese nel procedere su quei piccoli frammenti che sono stati il collante di tutta la mia espressione. Se non ho fatto di più è perchè è stato un mio limite; quante idee sommerse, non realizzate, solo per questioni di indisponibilità economica. Ma se le idee hanno un motivo di essere, vuol dire che l’essere è nelle idee.»

OPERE

CONTATTI

Indirizzo: Via Sanguegno, 30, 28881 Gabbio-Cereda-Ramate VB

Tel:  0323 60257

Cell. +39 338 672 6867
Mail:  info@gilbertocarpo.it 

Sito:  https://gilberto-carpo.jimdosite.com

RECENSIONI

Giorgio Falossi

Egregio Maestro Carpo, la ringrazio per la sua monografia, che ho esaminato attentamente e con piacere nel susseguirsi armonico e temporale dei suoi lavori, interpreti precisi dei vari periodi, non solo suoi, ma di tutti noi. Mi sono sentito coinvolto nei suoi quadridelle “macchine” e delle “trappole”. Non è solo molto figurale, non è solo la tematica attuale di questi tempi di antagonismi e di crisi, è la capacità del linguaggio cromatico dominante quando serve o dei piani paralleli di una complessa evocazione delle forme precise e taglienti. Ho trovato anche rievocazioni classiche quando Gilberto Carpo si addentra nel lungo sogno del surreale per poi passare ai paesaggi, unici e personali, fatti di verdi morbidi e silenziosi, per essere intensificati nella rappresentazione delle montagne, tormentate da linee tracciate come affilati coltelli. Negli ultimi anni, oltre la scultura, un figurativo carico di genti, di mondi, di rivisitazioni.
Una vita di meditazioni e di lavoro. La vita di un artista che continua a scavare, ad esplorare il mondo fatto di anima umana.
Un’arte quella di Gilberto Carpo, che coincide con le sue intenzioni e con le nostre speranze.

Giulio Martinoli

«Sono sempre stato soggetto a continui e repentini cambiamenti: un modo per sentirmi vivo, per non cadere nel pericolo di divenire mestierante di me stesso… ».
Con queste parole, contenute in una sua recente dichiarazione poetica, Gilberto Carpo bene sintetizza la qualità prima della propria carriera artistica, che è quella di una costante e faticosa ricerca di modi, di tecniche e di contenuti. Si tratta in primo luogo di una lodevolissima forma di onestà e dignità intellettuale, la quale gli ha sempre consentito di evitare la ripetitività e l’appiattimento. Un artista non può essere sempre uguale a se stesso, infatti, perché il tempo sempre cambia l’uomo e perché l’arte è fatta di successi e anche di fallimenti. Quando un periodo si esaurisce, è bene non insistere, pur nella consapevolezza che il nuovo magari tarderà a venire, che magari non verrà affatto subito e che bisognerà ricominciare tutto daccapo. Una tale coerenza di intenti ha sempre caratterizzato la pittura di Carpo nei suoi diversi momenti e periodi, in cui esperienze diverse si sono via via accumulate e spesso addirittura si sono annullate tra loro, nella difficile ricerca dì una sintesi che gli consentisse di andare avanti, di andare al di là comunque, sempre arrischiando, tra alti e bassi. Dopo l’esperienza guatemalteca, da lui vissuta con l’intensità e l’umiltà dello scopritore di un nuovo mondo, fatto non solo di paesaggi, di forme e di colori, ma anche di persone che dentro quel mondo vivono, soffrono e lottano per la propria sopravvivenza ed emancipazione politica, Carpo è entrato in una nuova fase artistica, che si caratterizza da un lato, in un certo senso, per una sorta di ritorno ai suoi primordi, alla pittura politicamente impegnata e di protesta, fatta di segni netti e violenti, dall’altro per il rinnovamento dell’impianto coloristico, che dalla natura di quei luoghi ha ricevuto una specie di accensione, o d’illuminazione fantastica, che si riverbera anche nei generi cosiddetti tradizionali dell’espressione pittorica, quali la natura morta, il ritratto, la figura e il nudo paesaggio. Si tratta, per l’artista, di una sintesi con il passato, dunque, e del ritrovamento della propria memoria artistica, ma anche di una felice proiezione verso il futuro, nella scoperta di nuove vibrazioni possibili pur all’interno di una sua poetica ormai ben definita.  

Marco Rosci

 …Carpo dopo i suoi trascorsi di grande realismo muralistico, espressivo anche dall’oppressione della civiltà meccanica, non tanto “ripiegato” sul rapporto naturale – non è nella sua natura – quanto ha raffinato la sua analisi della realtà (e parallelamente la sua analisi dei valori pittorici e tonali in quanto tali)… 

Giorgio Seveso

LA LIBERTA’ E L’IMPULSO DELLA NATURA
Dal suo studio di Omegna e da quello di Valstrona,oggi Carpo ci manda queste sue visioni di montagna, queste visioni tese ed accese di una natura trasfigurata ,deformata,tirata ai limiti della riconoscibilità e della verosimiglianza,nelle quali il dinamismo istintuale dell’immagine risponde quasi ad una forza tellurica,ad una energia primigenia che scaturisce dal seno stesso delle montagne e della natura.( Sono tele in cui viene alla superficie,in modi e misure diverse, una sorta di memoria o di durata singolare,approssimata, magari anche ambigua e laterale ma indubbiamente efficace) di un naturalismo lombardo che in qualche modo vada da Segantini fino a Morlotti. Un naturalismo così libero così sciolto e impulsivo da risuonare talvolta aspro, ruvido di superfici e di impasti,ma che si rinfresca,tra le sue mani dalla sensibilità concretista e geometrica, con guizzi e sprazzi di luci colorate, come piccole esplosioni del sentimento. Così energici ed esaltati scoppi e folgorazioni gestuali,questi monti, queste colline,questi prati, queste malghe e rocce e ghiaioni e vallette d’ombra e d’erba, segni irritati e veloci di colore, da rendere perfettamente inutile e,direi anche inopportuno il vecchio gioco del riconoscere brano per brano,passaggio per passaggio, traccia per traccia, il bilico tra figurativo e non figurativo, tra immagine tirata dal vero verso su trasfigurazioni anche estreme oppure immagine pura,autonoma,intessuta delle vecchie e insieme sempre nuove seduzioni della pittura.
 Del resto, che importa definire questo piano del suo lavoro? La natura e comunque presente,qui,ogni suo rigoglio lirico e sensuoso,in ogni suo fruscio di vento, in ogni suo incanto deduttivo,e davvero non è importante che tale presenza s’affermi per tramite d’una descrizione,sia pur dilatata,o solo grazie ad una forma di costante e diffusa allusività. Perchè qui la pittura,in tutti sui giochi e struggimenti e rigori,in tutte le sue sontuose fibrillazioni,è davvero attiva e istintiva fino in fondo.
E allora diciamo pure che è tra le ragioni dell’occhio e quelle del cuore che sono radicati questi passaggi energicamente atomizzati di Carpo. Panorami suggestivi, nei quali gli spessori cromatici della materia creano non tanto non tanto illusione quanto il parallelo della sensazione vedutistica, ed in cui i segni si fanno metafora costante e filtro poetico di un vero e proprio clima dell’anima, di un affetto commosso e scoperto, fragrante,persuasivo.
 

Andrea Coppini

Gilberto Carpo, nato settantatré anni fa a Omegna, sul lago d’Orta, è artista attivo da oltre quattro decenni, fattosi conoscere attraverso numerosissime mostre in Italia e all’estero, premiato con diversi riconoscimenti, tra cui – ultimo in ordine di tempo – il conseguito titolo di Accademico residente presso l’Accademia Internazionale “Greci-Marino” (Accademia del Verbano – Lettere, Arti Scienze).
Formatosi nella tradizione della bottega, all’interno degli studi di pittori e scultori, Gilberto Carpo ha saputo negli anni evolversi verso una pittura personale, senza rinnegare la tradizione figurativa italiana, ma al contrario cogliendo e alimentando spunti di crescita sempre più ricchi e complessi.
Pur sempre, è giusto ribadirlo, mantenendo una coerenza formale e intellettuale con se stesso. E in tal senso perpetuandosi sempre artisticamente giovane e vivo.
Operativo e pienamente produttivo tutt’ora, così come lo era negli anni Sessanta. Nature morte, oggetti, figure (nudi molto spesso, resi con ineccepibile padronanza del mezzo pittorico) nel contesto di ambientazioni d’interno.
Tali sono i protagonisti, da sempre, dei dipinti di Carpo.
Il suo figurativismo, ben presente anche quando le divagazioni si fanno più fantasiose, soggiace a molteplici influssi. Certo quelli del realismo sempre presente, pur con innumerevoli varianti e accezioni, nella pittura italiana fino all’Ottocento.
Ancor più, quel ritorno all’ordine, avvenuto in più fasi, ma insopprimibile come un fiume carsico, proprio dell’arte italiana (e più vastamente europea, e in un certo qual modo mondiale) successiva alle avanguardie storiche; quindi tra le due guerre prima e, poi, nel secondo dopoguerra. Quel neo-figurativo (o neo-realismo che dir si voglia) che non può esimersi dal considerare la lezione cezanniana e poi quella picassiana, così come la metafisica dechirichiana e il surrealismo.
Carpo si nutre di tutto questo, e lo dimostra nell’impianto strutturale delle sue composizioni, nella particolare stesura del pigmento, a campiture nette e icastiche, nella scelta cromatica, con i toni accesi fortemente contrastati. Nella lieve deformazione, che non è mai fine a se stessa, nè offensiva all’integrità formale di quanto è rappresentato sulla tela.
Nella sua produzione convivono pertanto anche echi di primitivismo e una sintesi compositiva e delle figure sempre ricercata con attenzione calibrata. Ma in essa sono ben presenti anche le suggestioni proprie di un animo romantico, che la classicità la rinnova in modo sempre attuale, dandole un senso che si aggiorna pur non rinnegandosi.
In alcune realizzazioni pare di rivedere le grandi opere di Renato Guttuso. Ma con un tocco di originalità innegabile.
  

Bruno Pozzato

Mi ostino a pensare che Gilberto Carpo, pittore piemontese molto attento agli eventi e agli umori del proprio tempo, sia un artista appartenente al filone storico del Realismo; quel Realismo che sfocerà, nel secondo dopo-guerra, in quella grande corrente artistica contemporanea nota come Neo-reralismo, significativamente presente non solo in pittura ma nel cinema e nella letteratura. Il suo percorso non si presta a equivoci: è chiaro, trasparente, inconfondibile, ancorché personalizzato dall’acuto senso storicistico e dalla golosità immaginativa con cui guarda alle cose concrete, ai fatti, alle immagini che nelle sue tele diventano poesia. Come Morlotti, anche Carpo pensa che la realtà nell’arte, non sia il reale, “ma la cosciente emozione del reale divenuta organismo”. Ciò che lo interessa non sono l’albero nel paesaggio o la casupola immersa nella natura, “ma il senso panico di cui sente invaso il paesaggio e la risonanza interiore di quella natura”.
È un percorso, quello del Realismo – mi si conceda questa digressione un po’ presuntuosa -, che muove dal XII sec. con Giotto, transita attraverso il XVII sec. con il Caravaggio e Rembrand, per giungere, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, a Gustave Courbet prima e a Vincent van Gogh poi, sino ad approdare alle esperienze “impegnate” di Corrente negli anni ‘30 e ‘40 del XX sec., durante il ventennio, e del Fronte Nuovo delle Arti nel periodo della ricostruzione postbellica, il cui leader indiscusso, in Italia, sarà Renato Guttuso. Ciò che affascina e conquista Gilberto Carpo, io credo, è l’adesione piena (e critica) alla realtà, alla vita, alla centralità dell’uomo propria dei protagonisti di questo straordinario filone artistico. E in ciò rivela qualità d’artista evidenti quali la sensibilità, la lungimiranza, le sincerità, la cultura.
Non si può essere realisti in arte, egli pensa, se non si guarda alla storia, all’uomo, alla società e se non si è disposti a vivere quel “senso antico e nuovo della semplicità dell’uomo che ne dia – per dirla con Mario de Micheli – la dimensione spirituale nella sua profonda essenzialità”. Questa è la lezione che Gilberto ha saputo tesaurizzare nel corso della sua esperienza: narrare cioè la vita, dare un senso alle cose. Il segreto degli artisti neo-realisti – aggiungerà Persico – “è quello di narrare le pene e le speranze del popolo”: la vita com’è prima di tutto, e insieme come vorremmo che fosse. Mi sono permesso questa lunga digressione farcita di citazioni per ricordare due cose: intanto, che il Realismo ha assunto nel tempo significati culturali e artistici diversi, ma sempre uniti da un comune impegno: la ricerca della verità nella storia e non tra le nuvole; nel XX sec. si parlerà, infatti, di realismo naturalista, magico, primitivo, simbolico, socialista, ideologico, espressionista; e poi per sottolineare come dalla sua costola siano nati il Surrealismo, l’Iperrealismo, la Popart e tanti altri ismi concettuali del ‘900.
In questo ambito diventano comprensibili i richiami di Gilberto Carpo al linguaggio poetico proprio del Neo-realismo contemporaneo e dunque ad artisti come Guttuso, per il suo “picassismo” formale (sono da ricordare Il panno verde, La sedia verde e altri dipinti più recenti dell’artista verbano); come anche Morlotti, per alcune vedute “sperimentali” come il Paesaggio e le sue montagne; a Cèzanne, a Morandi e a Matisse, per i loro studi sulla natura morta e il rapporto forma-colore (si vedano Montagna verde, Sedia Verde, Trittico), ma anche, se non soprattutto, per i loro interni dalle cui finestre ci sì può affacciare incantati sul mondo. Per Carpo la scelta neo-realista non preclude aperture alla spiritualità, alla magia, alla favola. Non si nutre esclusivamente di materialismo più o meno storico o dialettico. Al contrario. Egli ci narra infatti quella realtà che s’appella allo spirito, all’interiorità e persino alla favola, persuaso che fiaba e realtà non solo non sono incompatibili, ma, nascendo una dall’altra, si integrano a vicenda.
  

Riccardo Baldelli

LA TECNICA COME ECCELLENZA
Di pochi autori si può dire come del maestro Carpo, ovverosia che la tecnica è davvero impeccabile . E’ la sensazione fisica del tratto studiato, del particolare non lasciato al caso, del tempo trascorso a trovare armonie ed equilibri. L’opera è un insieme armonico e ritmico, una vera composizione nel senso rinascimentale del termine. Il Maestro Carpo è un vero rappresentante della grande tradizione pittorica italiana. Per questo ci piace, per le sue certezze cromatiche, perchè così è il disegno, come dovrebbe essere, semplicemente e con perizia. […]
L’Arte ha bisogno di  maestri di tale livello, perchè la nostra eredità non vada perduta in miriadi di opere difficilmente giudicabili, ma che sappiano indicare la giusta strada alle nuove generazioni, anche attraverso sacrifici e tempo dedicato agli studi. Per cui, noi tutti amanti dell’Arte, dobbiamo un ringraziamento al Maestro Gilberto Carpo.