Dal 10 al 24 Aprile 2016 espongono

Dal Piva Giò, De Crescenzo Diego, Polpatelli Carlo, Re Roberto e Vita Maria Rita.

RECENSIONE

La galleria d’arte “La Spadarina” di Rosario Scrivano riunisce sempre ottimi artisti: dal 10 al 24 aprile 2016 troviamo infatti opere degli scultori Giò Dal Piva e Diego De Crescenzo e dei pittori Carlo Polpatelli, Roberto Re e Maria Rita Vita.

L’arte scultorea è assai complicata, il pittore sovrasta e polarizza la bidimensionalità, ma la tridimensionalità implica uno sforzo mentale suppletivo. Encomiabile allora il lavoro del duo Dal PivaDe Crescenzo che ha, negli ultimi tempi, spesso lavorato insieme ed in piena sintonia pur mantenendo, ciascuno, la propria personalità. Il substrato della scultura è per loro una materia pulsante, vegetale ma anche minerale cioè una sintesi o un dialogo fra legno e pietra. E proprio quest’ardito assemblaggio garantisce inedite conquiste visive e psicologiche, piani espressivi semanticamente più ricchi di implicazioni storiche e metodologiche.

In particolare Dal Piva di Belluno nelle sue opere dimostra l’importanza del contributo della scultura in termini di scavo interiore (Il libro dei ricordi) o di icastica chiarezza (L’albero della vita). Ma anche di romantica fantasia (Luna rossa), di flagrante organicità (Presenze; Guglia) o di filosofica introspezione (Dove nasce l’anima?)

Invece le opere del milanese De Crescenzo cercano l’assoluto (Onde di vento), uno spirito audacemente romanico (Simbiosi) o stilizzazioni storiche (Elmo). Identica intensità appare sul piano dei sentimenti (Abbraccio), della semplificazione oggettuale (essenza) nonché delle crisi esistenziali (Prigioniero dei propri pensieri).  

Le acqueforti del bolognese Polpatelli privilegiano un rapporto mimetico con la realtà, preferiscono una notazione obiettivamente realistica. L’intento e la volontà descrittiva non esauriscono però le potenzialità della sua arte, del desiderio di ricostituire un rapporto diretto con l’esterno. Infatti ogni veduta della realtà, ogni paesaggio soprattutto conserva e trasmette sempre qualcosa, un ricordo (Vecchio mulino; Vecchio borgo), un’emozione (Barche al vento) o un’empatia con un luogo particolare. Le piazze e il luoghi caratteristici di Bologna rafforzano poi l’identità ed il “genius loci” di una città nobile, “dotta” per eccellenza e dove l’architettura costituisce un coronamento urbano. Polpatelli non dimentica gli animali (Il puledro) perché anch’essi partecipano alla grande tradizione artistica di stampo naturalistico.

Il parmigiano Re è un artista complicato e poliedrico capace di smussare i contrasti e riunire in un’unica tela o suggestioni immediate o ascendenze lontane. Gran parte delle opere qui esposte hanno – nel colpo d’occhio – un’anima Pop, ma non c’è più l’oggetto del Pop bensì il suo simulacro. I colori vivaci quasi inducono nuove energie visive, ci dicono che la pittura ha nelle cromie un’anima esterna che l’intuito può e deve recepire e valorizzare. Non mancano denunce sociali (Non è più tempo di cementificazione), declinazioni eccentriche (Film) o ricerche identitarie (Siamo vuoti a perdere). Alcune opere – sempre tecnica mista – hanno finalità sociali (Morte annunciata della cultura) mentre altre fuggono e/o sfuggono verso il surreale (Gocce; Inquieto; Compromesso di colori). Ma sembrano essere una sperimentazione erudita e limitata ad un periodo mentre “Oltre il destino” è un piccolo-grande capolavoro di metodo, mestiere e fantasia.

Infine Vita di Massa vede e sente la pittura in modo panico cioè in un coacervo di colori e di materia idealmente vicino alla gestualità dell’Action Painting. I colori – sempre acrilici su tela – si fondono, si integrano e si sovrappongono in una tavolozza disordinata e filamentosa. Il suo stile può essere un Impressionismo contemporaneo, però potrebbe anche essere un Pointillisme esasperato o, com’è più probabile, una totale astrazione. La sensazione è che la pittrice superi del tutto la sensorialità che prima era solo rappresentata rimanendo, in un certo senso, in queste opere solo trasmessa. I titoli ci aiutano a comprendere il suo mondo interiore: “Profumo di un ricordo”, esempio di pan-sensismo; “Lapillo”, quando l’eruttività della materia raggiunge l’acme; “Ritorno allo spirito”, necessità di maggior ponderazione; “Luce dalle spine” sullo strano magnetismo emesso dalla natura; infine “Il blu della speranza” dove la tristezza diventa rinascita e voglia di vivere. 

               Fabio Bianchi