Dal 14 al 28 Settembre 2014 espongono

Dadà Enzo, Farina Maurizio e  Franzoso Cristina.

RECENSIONE

Continua il romantico tour artistico del gallerista e pittore Rosario Scrivano nelle varie regioni d’Italia alla ricerca di artisti estrosi e brillanti. Alla galleria “La Spadarina”, strada Agazzana 14, Piacenza, fino al 28 settembre esporranno i pittori Enzo Dadà (La Spezia), Maurizio Farina (Novara) e Cristina Franzoso (Biella).

Dadà è un gran pittore, un artista completo che ha fatto della pittura più di un mestiere, una vera e propria religione per la dedizione con cui l’ha coltivata. I risultati sono eccellenti, il suo stile inconfondibile, sospeso tra gli ultimi rigurgiti organico-naturalistici e un’astrazione potentemente espressiva. Si tratta in gran parte di paesaggi e nature morte, tutte semanticamente trasfigurate grazie anche ad una tecnica mista tuttora “segreta” ma visivamente efficacissima. Tutte le sue opere sono misteriose, enigmatiche, indefinite al punto che – nel loro oscillare tra Informale ed Astrazione – stimolano assai alla riflessione. Le accensioni cromatiche denotano vitalità oltre l’apparenza, il disperdersi nel vuoto della tela è invero metafora della vita mentre l’oscurarsi del fondo indica un buio eccitante e nervoso ma ipnotico.

Farina da tempo si dedica con crescente successo alla “Digital Art” tanto da essere considerato precursore per eccellenza di questo indirizzo. Con avveniristici programmi grafici realizza opere fantasmagoriche di impatto immediato e micidiale. Quasi sempre stampate su alluminio sono un termometro sensibilissimo delle attuali trasformazioni tecnologiche, delle conseguenze sulla creatività di nuove tecniche. Farina ha sviluppato una gamma infinita di situazioni, contesti e tematiche dimostrando, così, come questo approccio possa ridefinire dapprima soggettività e psicologia degli artisti. Quindi modificare i processi comunicativi introducendo nuove frontiere visive che inducono emozioni intense e fragranti nella vivacissima mescolanza cromatica, nella varietà infinita di ipertesti e nello scambio di meta-file.

I fiori di Franzoso sono un tributo alla natura, l’inevitabile riconoscimento dell’inestimabile peso storico e culturale che la natura morta ebbe nell’arte occidentale. Ma sono anche – sottolinea la pittrice – piacere personale, soddisfazione intima stante il desiderio, sempre manifesto, di abbellire e ingentilire ambienti soprattutto domestici. I suoi fiori – tutti olio su tela o tavola – rappresentano quasi degli objet trouvé cioè oggetti oggi poco rappresentati nella pittura contemporanea. Nella loro pienezza espressiva garantiscono un surplus dapprima visivo e poi anche psicologico per le risonanze e gli echi che risvegliano nel nostro intimo. L’esuberanza dei suoi fiori, le dimensioni di certe opere, i frequenti fuori scala denotano comunque il tentativo di ricapitolare un’epopea artistica, di adattare un tipo al nostro tempo.

Con Dadà, Farina e Franzoso il gallerista Scrivano ci porta dunque a recuperare e attualizzare la nostalgia dei secoli passati con Franzoso, ad esplorare la fugace contemporaneità con Dadà, ad illuminare la post-modernità con Farina. Si tratta quindi di un sagace abbozzo del destino della pittura contemporanea sempre compresa tra passato, presente e futuro. 

              Fabio Bianchi