Dal 15 al 29 Novembre 2015 espongono
Canziani Sara, Piccoli Mauro, Potestio Pasquale e Tarozzi Gino.
RECENSIONE
Altro interessante tour nell’arte italiana contemporanea con la collettiva di pittura e scultura allestita alla galleria “La Sparadina”, strada Agazzana 14, 29122 Piacenza, di proprietà di Rosario Scrivano. Fino al 29 novembre esporranno i pittori Sara Canziani di Roma, Pasquale Potestio pure di Roma e, entrambi di Bologna, Gino Tarozzi nonché lo scultore Mauro Piccoli.
Canziani svaria molto passando dal Simbolismo al Minimalismo e spingendosi fin quasi ad un Espressionismo astratto. Non sta cercando un proprio percorso, soltanto la sua curiosità la spinge ad indagare vari piani del reale cercando di coglierne le più intense suggestioni. Qui espone varie opere: dalla tela-logo-simbolo intitolata “Io” – autoreferenziale perché si definisce in negativo con il proprio fondo – a “Foglie” dove la natura risalta su fondo rosso. Ancora la riflessione sulla realtà caratterizza “Nascita” mentre in “Fluidità” colpisce per la decisione a movimentare la tela.
Le sculture di Piccoli hanno tutte derivazione antropocentrica ma la figura è un medium per esprimere qualcosa di più profondo. Le sue opere, sempre terrecotte e tutte di difficile lavorazione per la complessità formale, puntano a dimostrare come la plasticità possa catturare istanze metafisiche. “Viaggiatori del sogno”, fantasiosa fantasmagoria, sintetizza la sua poetica mentre in “Sinuosa armatura” spicca una moderna amazzone. “Ballerina” richiama la classicità, i giocatori del “Bologna calcio” rappresentano il lato realistico e “Mistica” è un ottimo mix di sacro e profano.
Anche Potestio frequenta diversi generi pittorici ottenendo dappertutto significativi risultati. I paesaggi e le marine e in parte le nuvole hanno un tocco quasi espressionista per la pennellata animata, a tratti movimentata, mentre gli animali sono più realistici. Anche i ritratti e in particolare l’autoritratto, pur risentendo di un’impostazione tradizionale, sono resi con brio e vivacità quasi assecondando una predisposizione interiore. I dipinti a sfondo sacro e il nudo di schiena potrebbero rientrare nel post-impressionismo per il gioco d’ombra e il rigore nel posare.
Infine Tarozzi si affida al colore creando così ambienti e contesti vivaci anzi crepitanti dove soprattutto fiori e farfalle acquistano valenze simil-espressioniste. Anche il mare arancione ha un suo fascino, onirico quasi, perché evoca un altro tempo ed un’altra dimensione di vita. Il colore in Tarozzi struttura l’opera, disciplina piani e volumi, istituisce livelli percettivi differenziati propedeutici alla comprensione delle varie opere. Tarozzi compie un’operazione interessante perché rinvigorisce i generi, ne ridefinisce e sposta più in là il livello di caratterizzazione cromatica.
Anche in questo caso Scrivano opta per una collettiva con artisti fra loro complementari nel metodo: tradizione e storia in Potestio, sperimentazione tonale in Tarozzi mentre Canziani lavori ai limiti della forma-contenuto laddove Piccoli scardina l’equazione conquistando un altro piano riflessivo e rappresentativo.
Fabio Bianchi