Dal 15 al 29 Settembre 2013 espongono
Boninsegna Roberto, Cozzi Giancarlo, Demi Anna Lisa e Fornaciari Angelo Dionigi.
RECENSIONE
Le collettive organizzate dalla galleria “La Spadarina” di Rosario Scrivano hanno sempre qualcosa in più di altre simili iniziative. Riuniscono infatti artisti di diversa provenienza sia stilistica che tecnica nonché geografica e, soprattutto, garantiscono sempre alta qualità.
Fino al 29 esporranno allora lo scultore Roberto Boninsegna e i pittori Giancarlo Cozzi, Anna Lisa Demi ed Angelo Dionigi Fornaciari.
Roberto Boninsegna – nato nel 1984 in provincia di Trento, diploma in arte ma anche in scultura – lavora il legno con sensibilità e passione mantenendosi equidistante da tradizione e sperimentazione. Da un lato infatti troviamo esempi accademici idealmente riferibili ad un neo-umanesimo lombardo evidenti in corpi levigati e dolcemente sensuali. Dall’altro spunta un rigore compositivo che sembra, a tratti, sfociare nel ludico per certi richiami a giochi componibili per bambini invero potenzialmente forieri di interessanti sviluppi. Nessuna insicurezza, nessuna incertezza di metodo, solo una creatività policentrica.
Giancarlo Cozzi – nato a in provincia di Milano (1948), pubblicitario affermato, pittore di lunga esperienza – ha sempre giocato con i colori avendo fra l’altro sottoscritto con altri maestri il “Manifesto dell’Iper-cromatismo” (1982). Dopo opere astratte, paesaggi derivati dal pointillisme, tecniche miste simil-impressioniste e interessanti sculture-totem, propone qui le ultime invenzioni, opere con olio diluito e contorni a china. Ottiene un naturalismo fantastico, un organicismo semplice ma invero assai ramificato, quasi un Pollock milanese che – nel movimento irrazionale e nella gioia cromatica – ritrova unità di stile.
Anna Lisa Demi – nata a Livorno (1960), accademia di pittura di Carrara e altri riconoscimenti notevoli – concepisce la pittura come ricapitolazione e sintesi di esperienze umane e culturali. Significativi i paesaggi, soprattutto le marine che presentano un fascino particolare per un senso di percezione panica, ma importanti sono anche le opere naturalistiche sempre riferite a contesti o sfondi irreali. Non scordiamo le recenti, ambiziose, curiosità in ambito astratto e informale in cui la pittrice punta ad una semplificazione estrema di forme e contenuti, all’essenza spirituale della pittura nel dinamismo cromatico.
L’ultima produzione di Angelo Dionigi Fornaciari – nato a Viareggio (1948), anche architetto, finora una carriera prestigiosa – troviamo volti in primo piano fortemente scorciati. L’enigma letterario, esistenziale, di quei volti non può essere disgiunto dall’eredità post-cubista, dalla forza dell’Espressionismo, dal ricordo delle ragazze di Modigliani. Con poco di tutto, sia di tocchi che di colori, raggiunge subito il vertice: quei volti pensosi e meditabondi sono un concentrato di geometria e di umanità, di delicata stesura e di rigore compositivo. Fra tante superfici del reale, quella del volto è sempre la più suggestiva e la più intrigante.
Fabio Bianchi