Dal 16 al 30 Novembre 2014 espongono

Bianco Lino, Cavallini Raffaella, Vannini Paolo e Visconti Maria.

RECENSIONE

Rosario Scrivano, titolare della galleria “La Spadarina”, Piacenza, si diverte ad abbinare artisti di varia provenienza sia geografica che stilistica. E fino al 30 novembre 2014 esporranno i pittori Raffaella Cavallini di Modena, Paolo Vannini di Firenze, Maria Visconti di Trieste e lo scultore Lino Bianco pure di Modena.

Cavallini è un’artista eccentrica in tutto: tecniche, soggetti e ispirazione perché la sua  avventura artistica è un seguito, una continuazione della sua vita quotidiana. Qui razionalità, prevedibilità e standardizzazione, là invece fantasia, creatività e soprattutto dimensione onirica. Il suo sogno avvicina, fonde e «si vuole unire ai tanti sogni individuali che concorrono alla unità della cultura di un popolo». Nelle sue opere segno, vitalità e forti cromie ci spiegano la metaforica origine del libro (Il sapere) ma anche il fascino dell’immaginazione (Il sogno). C’è spazio anche per il fantasmagorico (Big Bang; Pianeta) nonché per paesaggi interiorizzati (New York).

La pittura paesaggistica di Vannini è un efficace mix fra il glorioso en plein air e la forza della macchia. Riproporre oggi tale fusion significa ribadire il valore della tradizione, riprendere per rilanciare una pittura di genere ma austera e nobilissima. Vannini è consapevole di questo impasse storico-critico, lo risolve e lo supera con un accorto – semplice al contempo – procedimento tecnico. Distende sulle tele strati di colore rosa o rossastro e dopo li ricopre, li completa, li integra con colori e atmosfere del paesaggio. Tutto allora diventa più compatto, più unitario, più strutturato quasi che al pittore premesse ridefinire l’ambiente, rafforzare la sua e la nostra visione. 

L’arte di Visconti è affidata alla mobilità e alla luminosità garantite da certe cromie che, abilmente accostate, garantiscono notevole presa visiva. Non disgiunta da una sensazione quasi sinestetica perché c’è un profondo sentire in tutti i temi che propone. Non è un caso essendo Visconti anche apprezzata e raffinata creatrice di vetrate artistiche soprattutto in strutture sacre. La materia, olio su tela sempre molto diluito, sembra alleggerire la composizione invero introduce una o più note squillanti. Perché il colore è vita, la fusione dei colori genera un plus valore di vita che trova ulteriore conferma nelle tematiche dei quadri spesso a sfondo magico, surrealista.

Le sculture di Bianco sono uno straordinario concentrato di materia e di energia, un tutt’uno compatto e misterioso. Nelle forme vagamente sferiche ricordano e rimandano ad un organicismo primordiale denso di significati via via simbolici, mistici …. Le forme sferiche contengono slabbrature, cuciture, forse suture e alcuni tagli, sono allusioni del e sul senso della vita, sono metafore del ciclo della vita, quel nascere e quel morire intrinseco all’esperienza umana. Le opere qui presenti sono tutte in raku ma Bianco spesso l’abbina ad altri materiali, legno per esempio, ottenendo composizioni originali e dense di sfumature più intense e più umane.

               Fabio Bianchi