Dal 19 Giugno al 3 Luglio 2016 espongono

Serrati Pierromolo, Toselli Michele e Zadra Norberto.

RECENSIONE

La galleria “La Spadarina. Esposizioni d’arte” di Rosario Scrivano anche in questa tornata – dal 19 giugno al 3 luglio 2016 – presenta opere estremamente interessanti. Si tratta dell’ultima produzione del pittore Michele Toselli di Torino e dello scultore Josè Norberto Zadra a cui si aggiunge un’antologica del compianto pittore piacentino Pierromolo Serrati.

Serrati (Milano, 1929 – Piacenza, 2009) è stato un maestro nel campo artistico piacentino, forse poco conosciuto per la naturale ritrosia, ma nel contesto non solo locale ha lasciato ben più di un segno. Qui troviamo una parte dei suoi amatissimi fossili di pesci, realizzati su carta appositamente per questa galleria. Non sono schizzi, sono opere in sé compiute, potrebbero configurarsi al limite come studi preparatori per un più complesso ciclo pittorico. Questi fossili su sfondi colorati hanno un icastico realismo, un’evidenza impressionante, una corrispondenza oggetto-disegno incontestabile. Da ciò ne deriva notevole originalità, un fascino misterioso ed impenetrabile, quasi una negazione di qualsiasi approccio tradizionale alla pittura. Perché fossili o, in alternativa, fondali marini qui però non presenti? Perché nessuno li aveva mai dipinti e questa è già una motivazione probante e convincente. E poi perché, da un lato, si ricollegano ai primordi della pittura cioè a quelle incisioni rupestri che sempre hanno affascinato qualsiasi artista. Dall’altro attraversano in negativo molti generi, di ciascuno trattenendone almeno una sfumatura o un palpito segreto. Potrebbe allora essere pittura di genere, mitologica, allegorica, forse grottesca, natura morta sui generis, al limite ecologica o pseudo-naturalistica …. Non sappiamo se e come classificarla, ma sono opere di ingegno nella loro precisione, nel loro quasi iperrealismo che – nel contrasto cromatico con i variegati fondi – raggiunge un equilibrio visivo e psicologico davvero unico. E c’è anche un piccolo capolavoro: la lucertola preistorica, raffinata nell’esecuzione e quasi emergente dalla tavola. Un unicum compositivo, uno dei vertici dell’arte di Serrati.

Nelle opere di Toselli emerge un colorismo vivace, eccentrico, mercuriale perché esaltazione del tono cioè dell’energia che un colore detiene. Alla base di tutto c’è l’Espressionismo astratto americano di derivazione europea, ma c’è anche l’astrazione lirica europea di fine ‘800 e primi del ‘900. Non è un limite però, anzi il riprendere o l’appoggiarsi a questi movimenti significa molto per Toselli, abilissimo a giocare e miscelare i colori nelle sue composizioni. E non solo questi, se una delle sue opere rappresenta addirittura il suo ritratto: si intravvedono infatti connotati umani dietro un paio di occhiali. E proprio quest’opera dimostra quanto alto sia il mestiere di Toselli, quanta abilità ci sia nelle sue opere, quanto moderne e per certi aspetti avveniristiche siano le sue escursioni nell’universo cromatico. Ogni opera qui in mostra è diversa dalle altre, ciascuna esprime un proprio messaggio, contiene delle indicazioni quasi subliminali. Per dirci che l’arte – anzi la grande arte – proietta e spinge sempre verso nuove dimensioni, verso un’esplorazione dell’ignoto soprattutto visivo ma anche simbolico. Toselli è un affabulatore eccezionale, un pittore che concepisce la realtà come eterno movimento, come un’entità magmatica che trova negli accesi cromatismi una prima pacificazione interiore. Ma – ecco la forza di Toselli – rimanda sempre a qualcos’altro, ricerca sempre una nuova declinazione spazio-temporale, una soluzione tecnico-stilistica simile ma diversa dalle precedenti. Perché il destino della pittura e degli artisti più impegnati e più motivati è di spingere sempre avanti l’acceleratore.

Zadra infine riprende il bassorilievo ligneo, una tecnica antica e per certi aspetti antichissima che già conobbe una certa importanza, che significò molto nelle arti plastiche in Italia e non solo. Zadra espone rocche e castelli, in gran parte colorati trasmettendo così un forte senso di realismo ben oltre la neutralità materica. Così facendo recupera anche quella componente popolare ed un poco naif che le sue opere contengono e che, in certi casi, diventa la quintessenza progettuale. Perché alcuni dei suoi manieri vivono anche per e nei colori, soprattutto nel contrasto fra il verde delle vallate in cui sono incastonati, l’azzurro del sovrastante cielo ed il rossastro delle pareti e delle coperture. In gran parte non sono colorati e si capisce il perché di quest’impostazione: da un lato vogliono inserirsi nella tradizione visiva. Dall’altro intendono recuperare un’istanza materica, vogliono cioè inserirsi in un mimetismo naturale, vogliono rafforzare l’altissima lezione artigianale che contengono e che trasmettono. La lavorazione è assai curata, in alcuni casi cesellata con appositi attrezzi perché il bassorilievo richiede un’attenzione particolare essendo una rappresentazione praticamente tridimensionale di un disegno. Deve cioè soddisfare due dimensioni, appagare due diversi modelli pratici e conoscitivi: da un lato il disegno con il suo carico di storia e di idealità, dall’altro la realizzazione pratica che sempre esige metodo e sicurezza esecutiva.

Tre diverse espressioni artistiche dunque: il disegno sottilmente incantatore e quasi magico di Serrati, un’alchimia sospesa fra storia e natura; poi gli spazi e gli ambienti visionari di Toselli dove natura e storia sembrano incontrarsi nel colore. Fra questi due estremi la proposta di Zadra, saldamente ancorata alla realtà, alla storia civile delle nostre terre, al nostro ricchissimo patrimonio architettonico e monumentale. Scrivano, infine, ha delineato un percorso in questa collettiva: dalla preistoria di Serrati all’esaltazione della civiltà figurativa di mezzo di Zadra fino al clima sognatore e fantastico di Toselli.

                Fabio Bianchi