Dal 26 Ottobre al 9 Novembre 2014 espongono

Dell’Aversana Pietro, Franco Luigi e  Lotito Donato.

RECENSIONE

Gran parte della recente visibilità artistica nazionale di Piacenza si deve alla galleria “La Spadarina” di Rosario Scrivano. Sempre più importante il “Concorso nazionale di pittura, scultura e grafica” quest’anno giunto alla 10a edizione consecutiva ma significative pure le collettive qui allestite che coinvolgono sempre artisti di levatura. E fino al 9 novembre esporranno i pittori Pietro Dall’Aversana e Luigi Franco di Milano e il graphic designer Donato Lotito di Torino.

La pittura di Dall’Aversana si muove su registri tradizionali e quasi naif dove al centro dell’esperienza artistica troviamo paesaggi e soprattutto colore. Le vedute di campagna sono forse debitrici a certo realismo ancora di impianto ‘800esco ma Dall’Aversana ha saputo dinamicizzarle con il colore. Ma anche con ricercati tagli prospettici che si avvicinano a zoomate fotografiche e, sottolineiamo, con la nitidezza dei poetici sfondi che sembrano innalzare verso il cielo. I colori del verde e della natura sono poi sempre aumentati di intensità e di tonalità per cui l’ambiente diventa vivo e pulsante. Quasi fossero un prolungamento e un’estensione di noi stessi, del nostro anelito a fuggire dalla caos quotidiano per rifugiarsi in piccoli/grandi paradisi.

Franco invece è un pittore di stampo quasi impressionista, amante delle sfumature coloristiche ma soprattutto della pittura figurativa e di genere. Nel suo caso qualche critico ha parlato anche di “Iper-Impressionismo” ma sta di fatto che Franco non ha dimenticato significato e portata storica di quell’epocale trasformazione. Nei suoi paesaggi ancora vediamo, viviamo e respiriamo quell’en plein air che tanto corroborò e che tanto rivoluzionò. Troviamo anche dame e damigelle di sapore ‘800esco e di inusitata eleganza che ci riportano in ambienti un poco retro ma infinitamente suggestivi. Fiori e paesaggi sono poi calibrati sul delicato respiro interno alla natura e che pittori dalla sensibilità particolare, come Franco, intuiscono con immediatezza.                                                                                                                                                                                                                                              

Lotito infine è artista di peso non fosse che ha, in pochi anni, mutato drasticamente stile e quasi cambiato pelle. Infatti, dopo l’esordio come pittore, ha approfondito la fotografia raggiungendo ottimi livelli mentre di recente lavora solo con la grafica digitale. Tecnica che forse rappresenta il futuro della pittura o, viceversa, potrebbe divenire obsoleta fra poco perché sostituita da altra similare. Ma ora garantisce un impatto visivo e psicologico davvero notevole perché – come evidente nella opere di Lotito – permette di concentrarsi sull’immagine, sui soggetti introducendo una vasta gamma di soluzioni. Anzi di sfumature perché il pen tablet consente di modulare l’immagine secondo canoni sempre più vicini all’artificiale ma esteticamente perfetti.

Con questa collettiva il gallerista Scrivano ha allora confrontato approcci radicalmente diversi dimostrandone la compatibilità. Dall’Aversana alla fine si dimostra più ‘900esco mentre Franco spazia maggiormente nel gran serbatoio della Storia. A differenza invece di Lotito che ha con eloquenza ribadito che l’evoluzione stilistica e l’arricchimento concettuale sono coerenti, necessari e indispensabili.

              Fabio Bianchi