Dal 28 Dicembre 2014 all’11 Gennaio 2015 espongono

Amurri Giancarlo, Campagna Roberto, Corsico Graziella e Visconti Eleonora.

RECENSIONE

Organizzare mostre d’arte significa anche selezionare fra tante proposte. E Rosario Scrivano – titolare della galleria “La Spadarina”, strada Agazzana 14, Piacenza – è bravissimo nello scovare grandi artisti in Italia, talora pure all’estero. Come dimostra la collettiva di pittura e scultura allestita a “La Spadarina” fino all’11 gennaio 2015, protagonisti i pittori Giancarlo Amurri (Milano), Graziella Corsico (Alessandria), Eleonora Visconti (Savona) e lo scultore Roberto Campagna (Roma).                                                  

L’approccio di Amurri rappresenta la quintessenza di certa pittura di genere, il meglio estraibile e ricavabile da un’importantissima tradizione pittorica. Nelle sue opere c’è il peso, l’incidenza e la profondità della pittura accademica, la struttura e la cultura della grande pittura paesaggistica non solo italiana. I tocchi fitti, la ricchezza coloristica di oggetti e cose, l’apertura cromatica di certi ambienti determinano e accrescono la fedeltà, l’appartenenza e la continuità con l’eredità soprattutto post-impressionista, meno invece con quella creata dei Macchiaioli.

Campagna non è solo un grande scultore, una persona nata per scolpire e modellare la materia. E’ soprattutto un innovatore e uno straordinario inventore di forme e di volumi in cui confluiscono passato e presente, Storia e Cultura. Nelle sue mani gli oggetti diventano non sculture ma manufatti carichi di vita, densi di simbolismo, scopritori e traduttori di una realtà occulta a noi però vicinissima. “Il saio” ne è l’emblema: un semplice assemblaggio di legni d’abete cavo all’interno è diventato l’epopea per eccellenza, il logo dell’esperienza terrestre e celeste di San Francesco.

Molta esperienza ma poche mostre nella vicenda artistica di Corsico ma ciò non toglie che sia ugualmente una grande pittrice. Le sue specialità sono le nature morte e certi interni poco illuminati perché, per vivacizzarli, basta la sua pittura. Il suo tocco infatti ricerca la pura luminosità, stimola e prepara accensioni cromatiche all’apparenza esteriori e scenografiche. Invero attentamente modulate, benissimo calibrate sì da contribuire alla rinascita spirituale di un’eccellenza artistica soprattutto italiana. Ci sono il gioco di ombre e luci, il senso del colore e il respiro della storia.

La giovane Visconti è all’esordio ma le sue opere già in nuce contengono la forza e l’empito di certi capolavori. Alcune sono per ora impostate secondo una semplice griglia visiva e psicologica: su un fondo movimentato ha incollato intensi inserti a carattere iperrealista. Non sono sotterfugi o ripiegamenti ma, anzi, ricercano un dialogo fra stili: da un lato raffinati animaletti resi con grafia leggera e nobilmente espressiva. Dall’altro un vigoroso non-finito perché la dialettica figurazione-astrazione è sempre stata foriera di interessanti sviluppi speculativi.

La solidità del mestiere in Amurri e Corsico ha allora come interlocutori la brillante Visconti che cerca ora una serrata dialettica interdisciplinare. Mentre lo scultore Campagna – consapevole di possedere un immenso mestiere – anela all’astrazione, alla ricchezza figurativa, ad un sovrappiù culturale.                                                                                                                                                           

              Fabio Bianchi