Dal 28 Giugno al 12 Luglio 2015 espongono

gli artisti selezionati al concorso Nazionale 2015.

INTRODUZIONE

L’anno scorso – decennale del Concorso internazionale di pittura, scultura, grafica e fotografia “La Spadarina” organizzato dall’omonima galleria d’arte diretta da Rosario Scrivano – ha segnato un punto d’arrivo. Quest’anno bisognava allora ripartire, riflettere sulla sempre più problematica arte contemporanea, magari su concetti forti e ineludibili come “Passato, Presente e Futuro” proposti da Scrivano per il concorso di quest’anno.

Passato. Ragionare per “categorie” è difficoltoso soprattutto nell’arte, espressività pura e legata a flussi istintivi pur se condizionati dalla società. La prima metà del ‘900 è stata definita “Età delle Avanguardie” con significativi prolungamenti dopo la II Guerra Mondiale. E’ stato un periodo fervido, un’epopea difficilmente eguagliabile perché si è liberata una creatività immensa. Le ricadute, su artisti slegati da movimenti e tendenze, sono state oltremodo positive: ognuno ha mostrato sicurezza, fantasia e propositività. Nonostante l’Italia abbia perso parte del secolare prestigio, gli artisti italiani si sono adoperati per contrastare lo strapotere di New York ma anche di Parigi, Londra e, dopo il 1989, Berlino. “Arte Povera” e “Transavanguardia” simboleggiarono questa rinascita che, a livello locale, ha visto un’inedita incentivazione di mostre, concorsi e dibattiti. I pittori soprattutto si sono emancipati, hanno sovente rifiutato diktat, si sono “ribellati” a certi circuiti commerciali. L’arte è allora diventata disciplina autonoma facendo emergere talenti e spiccate idealità.

Presente. Da ultimo gli artisti hanno allora operato in totale autonomia e, sperimentando nuove tecniche, si sono confrontati con l’interiorità. Se prima c’erano Avanguardie, movimenti o ideologie, ora ci sono solo le personalità dei singoli, il loro straordinario sincretismo operativo. Il rapporto con storia e tradizioni è sempre conflittuale, si nota però una volontà reinterpretativa e un’attesa – se possibile – liberatoria. Il realismo, come ispirazione al reale, ancora sussiste ma emerge anche la dialettica con Astrazione e Informale, più limitatamente con la Pop Art. Gli artisti piacentini, avvertiti trasvalutazione e ondeggiare di valori, hanno addirittura caratterizzato un movimento, il “Surrealismo padano” noto anche come “Fantastico padano”. A Piacenza la scultura poi è stata poco scossa così come installazioni e multimedialità hanno avuto poco successo. Tuttavia è tuttora un periodo vivace, dinamico, penalizzato dal negativo andamento economico contrastato però da iniziative costruttive come, appunto, il concorso “La Spadarina”.

Futuro. Come verrà vissuta e percepita l’arte nell’età di Internet? Ci sarà senz’altro una selezione, certi approcci forse scompariranno, saranno comunque limitati e confinati magari in qualche blog o “cloud compunting” (archiviazione digitale). Ci sarà sempre un protagonismo desideroso e partecipativo, anche una tensione verso un infinito narrare per assecondare umane esigenze. Il fare arte dei “nativi digitali” – cioè le nuove generazioni – diventerà forse un’intelligenza connettiva, una pura virtualità mentre l’indicibile sensorialità si trasformerà nella ricerca di drastiche alternative come, magari, “second life”. Nella post-modernità liquida, in un universo dominato dal ribollire della tecnica, l’arte sarà forse relegata ad una precaria tecno-mediazione cioè un’ibridazione di stili e generi. Gli artisti dovranno allora rinsaldare i contatti con il passato, situare le loro opere in un ambito storicamente il più dilatato possibile. Dovranno evitare la logica del frammento, mantenere ritmo ed impostazione delle grandi narrazioni, ridare spazio e centralità all'”homo faber”.

                    Fabio Bianchi