Dal 4 al 18 Ottobre 2015 espongono

Esposito Luigi, Maiuri Angelo, Sibaud Bianca e Spampinato Domenico.

RECENSIONE

Introduzione. Una collettiva di artisti è sempre un evento positivo, se poi sono grandi artisti ancora meglio. Come quelli invitati alla galleria “La Spadarina”, strada Agazzana 14, Piacenza, di Rosario Scrivano, sempre abilissimo nel far coesistere pittura e scultura e, in questo caso, anche la fotografia. Fino al 18 ottobre esporranno infatti i pittori Luigi Esposito (Genova) e Bianca Sibaud (La Spezia), lo scultore Domenico Spampinato (Varese) e il fotografo Angelo Maiuri (Piacenza).

Luigi Esposito. Nato a Napoli nel 1924, Esposito è un mago del colore, un impressionista ante-litteram, un romantico per vocazione e temperamento. I suoi paesaggi soprattutto ma anche le sue marine sono sublimi sintesi di storia pittorica, e di ineffabili cromatismi. Ma anche di un contesto vivace e movimentato dove il pittore sembra percepisce il medium atmosferico tipico del luogo e cioè l’aria frizzante, il sole benigno, la brezza ristoratrice o la notte trasognante. E’ un erede, titolato e ammiratissimo, della scuola partenopea che Esposito ha peraltro saputo aggiornare con tocchi rapidi, incisivi e ficcanti ed un uso ammaliante del colore.

Bianca Sibaud. Le opere di Sibaud – tutte olio su tela – ondeggiano invece fra  realismo e mondo onirico, anzi iperrealismo e visionarietà barocca. Il reale è stato la partenza per un’escursione nel mondo della fantasia, già alcuni sue vedute naturali idealizzano il paesaggio (Magia con barche; Natura morta con brocca). Il passo successivo è recuperare una dimensione o mitica (Il sogno) o mitologica (La vendemmia) o filosofica (Evoluzione del pensiero). Senza dimenticare eccentriche preziosità calligrafiche (Pescatrice di perle; Ritratto di Marina con specchio) o la tradizionale ma suggestiva venezianità (Maschere) o il revival goticheggiante (Natura morta in una sala di un castello).

Angelo Maiuri. Le foto di Maiuri dimostrano ancora una volta come la foto sia ormai parte integrante del nostro “musée imaginaire”. Il fascino e l’incanto dei suoi scatti sono legati soprattutto alla magia del grandangolare che non solo coglie ma caratterizza il paesaggio. “Cammino di Santiago” è la più ricca semanticamente per quel mix di oggetti rustici abbandonati in un lungo percorso temporale. Le vedute di Maiuri della “Cantabria” – sempre in bianco e nero – ribadiscono una volta di più la forza del medium fotografico. Le sue foto mostrano sì realtà ma, soprattutto, indicano l’idea che se ne ha di un contesto sempre colto in modo vivido e dinamico.

Domenico Spampinato. Fra i più grandi scultori italiani, Spampinato è nato a Catania nel 1920, risiede a Varese e, soprattutto nel secondo dopoguerra, ha prodotto capolavori. Lavora in prevalenza marmo e bronzo ottenendo sempre una plasticità ed un’armonia di volumi che oltrepassa la dimensione classica o neoclassica per catturare l’essenza della scultura come espressività tridimensionale. Le figure in bronzo hanno un dinamismo ed un movimento inconsueti per tale materia che idealmente si avvicina alla sensibilità barocca. Dai marmi poi Spampinato ottiene effetti altrettanto intensi legati soprattutto al chiaroscuro, all’elegante tramatura.

Conclusione. Dunque anche con questa collettiva Scrivano conferma il valore della sua ricerca artistica ma anche culturale sempre condotta su più piani. Intende infatti scoprire nuovi talenti (Maiuri) ma anche proporre grandi maestri (Esposito e Spampinato) non dimenticando gli artisti in costante e proficua evoluzione (Sibaud).

                      Fabio Bianchi