Dal 5 al 19 Ottobre 2014 espongono

Danti Grazia, Notari Antonio e Vitali Laura.

RECENSIONE

Il pittore e gallerista Rosario Scrivano, titolare dello spazio espositivo “La Spadarina”, strada Agazzana 14, Piacenza, seleziona sempre grandi artisti per le sue iniziative. E fino al 19 ottobre esporranno i pittori Grazia Danti di Firenze, Antonio Notari di Frosinone e Laura Vitali di Vicenza.

Le opere di Danti svariano su un ampio fronte figurativo, su diversi soggetti trattati sempre ad olio o su tela o legno o, raramente, su tela cruda. In gran parte sono assimilabili ad un iperrealismo non esasperato ma comunque attentissimo alla cura del dettaglio ben supportato da intense cromie. Alcune sue opere hanno una curiosa ma sintomatica impostazione: isolano energicamente parti soprattutto del viso in una fisiologia attenta anche ai moti dell’animo. Infatti rapportandole poi a sfondi scuri, ne sottolinea così l’unicità anatomica e la funzionalità biologica ma anche l’originalità tematica. Interessanti anche le tele di ispirazione africana ritraenti cioè grandi felini sovente incorniciati da cannette per accentuare la vicinanza anche visiva all’ambiente.

Notari è un artista di altissimo profilo, le sue opere sono in importanti collezioni italiane e straniere, rappresenta un investimento sicuro. C’è tutto nella sua potente figurazione: il mito, la dimensione biblica e la profonda umanità evidenti in figure mosse dal vento della storia. Il tutto in una tecnica originale e cioè soprattutto olio su tela mai contornato e sempre ineffabilmente indefinito, limitatamente espanso per cercare di catturare la suggestione dell’attimo fuggente. Ma ricordiamo che Notari è grande anche in altre discipline storicamente fondate come incisione e scultura. Le tele qui esposte rappresentano uno spaccato estremamente significativo della sua poetica fantastica, della sua soggiogante figurazione. In questo ciclo Notari eleva dei popolani a protagonisti della Storia conferendo loro uno spessore figurativo ed una dignità morale di non indifferente portata. 

Infine Vitali propone una pittura tradizionale – sempre olio su tela – su cui però innesta un particolare senso del tempo e dello spazio. Emerge infatti forse una solitudine esistenziale, forse una malinconia generazionale, forse una paura millenaristica … Sta di fatto che i suoi paesaggi richiamano via via atmosfere metafisiche, ambienti decadenti, scorci desolati e desolanti. La sua sensibilità la spinge infatti a cogliere dei valori assoluti, non solo spaziali ma anche fisici e architettonici. E proprio questi elementi conferiscono alle opere quasi uno “spleen”, una forte meditazione sul transeunte, sul significato e sul senso della nostra breve vita. Per Vitali il destino della pittura è indagare l’interconnessione tra uomo e contesto di riferimento, cogliere parallelamente i reciproci influssi, intuire le crescenti interferenze.

Con questa collettiva Scrivano ribadisce nuovamente come l’arte – soprattutto la pittura per la sua immediatezza – sia occasione di riflessione personale e di crescita culturale. La pittura infatti può dare molto all’uomo moderno come ci ricordano queste tre differenti declinazioni: il realismo talora visionario di Danti, lo storicismo dialettico di Notari e la poetica introspezione di Vitali.

         Fabio Bianchi