Dal 6 al 20 Ottobre 2013 espongono

Biagioni Lidia, Cantiello Antonio, Piterà Carlo e  Soraperra Andrea.

RECENSIONE

Il gallerista Rosario Scrivano – titolare dello spazio-mostre “La Spadarina”, strada Agazzana 14, Piacenza – ha stavolta riunito un poker di quattro affermati artisti. Fino al 20 ottobre troviamo infatti tele dei pittori Lidia Biagioni di La Spezia, Antonio Cantiello di Modena e Carlo Piterà di Genova e composizioni dello scultore Andrea Soraperra di Trento.

Le tele di Biagioni ci ricordano quanto ancora sia importante la pittura paesaggistica, in particolare la tradizione delle marine, dove finito e infinito si attraggono. Il tocco forte, deciso, non espressionista ma quasi l’aiuta ad allontanarsi dal retaggio impressionista per privilegiare una descrittività potente, un disincantato realismo. Spiccano soprattutto angoli delle Cinque Terre, luogo di metafisico incontro fra natura, storia e arte che nei secoli ha ispirato scrittori e poeti anche stranieri. 

Due direzioni agitano l’arte di Cantiello: da un lato figure umane possenti, quasi scolpite, vigorose nel corpo e nello spirito. Dall’altro alcune tele tratte da un ciclo incentrato su marionette che sostituiscono – in alcuni casi degnamente – l’agire e il pensare umano, spesso insulsi e banali. Ma la proposta di Cantiello colpisce perché le sue figure hanno una straordinaria evidenza espressiva, testimoniano notevole centralità antropologica, all’esibita corporeità corrisponde una severa dignità.

Piterà espone solo opere di piccolo formato ma intense, vibranti come poche. Si tratta infatti di bozzetti eseguiti per provare la fattibilità di temi a scale maggiori, la tenuta formale e contenutistica di certi spunti. Allora eleganza compositiva, cromie assaporate e centellinate, masse e figure disposte in modo arioso, accattivante, sofisticato. Ricercatezze stilistiche, nobiltà delle figure, impaginazione raffinata denotano allora un pittore di qualità e temperamento.

Infine le sculture lignee di Soraperra denotano la vitalità del sogno, una forza primigenia che trova nel legno naturale consacrazione, uno sfogo tanto irrazionale quanto foriero di successivi approfondimenti. Catturano l’attenzione soprattutto i bassorilievi o “quadri tridimensionali” che racchiudono una dimensione pittorica, intimista. Le figure qui metaforicamente entrano ed escono dal piano, si emancipano dalla materia per diventare vive e pulsanti, conquistare spazi minimi ma realistici.

Con questi artisti dunque un piacevole excursus nella pittura italiana, dalla natura talora geometrizzata ma emergente di Biagioni al teatro umano sospeso tra realtà e fantasia di Cantiello fino alle preziosità visive – sintesi e superamento della storia – di Piterà passando per la vivace tridimensionalità lignea del versatile Soraperra. 

            Fabio Bianchi