Dal 7 al 21 Dicembre 2014 espongono

Braglia Mauro, Brambilla Maurizio, Golino Paolo, Pretin Luigi, Scrivano Rosario e Terdich Paolo.

EOYKOS. IL GRUPPO DEI 6

RECENSIONE

Mettersi in gioco oggi nel variegato e sulfureo mondo dell’arte implica rischi e scommettere di questi tempi … Ma nonostante tutto 5 pittori e 1 scultore sono i protagonisti di una grande avventura artistica e culturale. Lo scultore Mauro Braglia (Lucca), i pittori Maurizio Brambilla (Milano), Paolo Golino (Siracusa), Luigi Pretin (Savona), Rosario Scrivano e Paolo Terdich (entrambi piacentini) hanno infatti formato un “super-gruppo” cioè “Eoykos. Il gruppo dei 6”. Animati da straordinaria coerenza, sorretti da invidiabile forza d’animo hanno una sola, inequivocabile, certezza: la convinzione dei propri mezzi cioè di possedere un solido metodo. E hanno anche steso un “manifesto” per delineare i punti fermi: nato alla galleria “La Spadarina” nell’agosto 2011, è un chiarissimo e lucidissimo rappel a l’ordre. Un tentativo finora riuscito di non lasciarsi condizionare dal sistema ma di emanciparsi in funzione di un ideale etico compiutamente espresso nel “nuovo surrealismo raffigurato”

Le sculture di Braglia, pur essendo composte di semplici materiali, raggiungono altissimi esiti contenutistici e formali. Svariano su più fronti, dal figurativo all’informale, riprendono istanze delle Avanguardie ma le piegano a declinazioni talora piacevoli, spesso accattivanti. Risolve così uno dei grandi dilemmi di un’arte atemporale come la scultura: ottiene  rappresentazioni concettuali del reale prescindendo da vincolanti descrittività iconografiche.  

Brambilla ci trasporta in un altro tempo, in un’altra dimensione visiva, prospettica ma anche psicologica. Nelle sue composizioni emerge un’inventiva mutevole e bizzarra sempre però saldamente ancorata alla realtà che viene programmaticamente stravolta. Ma sempre in funzione della razionalità, del rigore compositivo, della ricca aggettivazione coloristica e formale. Meritano un plauso i suoi giardini, incernierati in un micidiale schema visivo.

I dipinti di Golino sono un’affascinante e ineffabile viaggio nella storia della pittura soprattutto figurativa non solo italiana. Ci sono atmosfere caravaggesche ma anche il realismo lenticolare nordico e fiammingo, spiccano le accensioni cromatiche della scuola francese. Soprattutto c’è una sensibilità educatissima e nobilissima verso una concezione della pittura come poesia, indagine e scandaglio nella psiche grazie alla tecnica magistrale.

L’arte di Pretin è all’apparenza solare, suggestiva, immaginosa, invero è tremendamente realistica, stupendamente umana. Riunisce in una potente visione d’insieme, quotidiana ordinarietà e amabile follia, transeunte ed eterno, vita e morte. I suoi aneli e/o cavalieri dell’Apocalisse sono il contraltare spirituale degli accadimenti terreni, la proiezione dei nostri desideri più segreti, uno straordinario connubio di immanenza e trascendenza.

Scrivano è il pittore dell’introspezione e del sentimento, della riflessione sull’essere e sul non essere, sul difficile confine realtà-finzione. In tutte le sue opere lo spunto è surrealista, ri-elaborativo, sempre ondeggiante tra un aspetto, un sentimento, uno stato d’animo e il suo continuo superamento. In questo dinamismo esistenziale, mai frenetico ma sottile e meditato, scorgiamo i presupposti di un approccio raffinato, attualissimo, anticipatore.

La pittura di Terdich muove dall’Iperrealismo ma cambiano i presupposti teorici e sociali del glorioso movimento. Gli americani postulavano sospensioni del giudizio, una critica al sistema a cui peraltro non partecipavano. Terdich propone invece solo pittura, perfezione tecnica ed estetica unite ad un raro equilibrio visivo e compositivo. Il messaggio? La pittura è una scienza, sintesi e “coincidentia oppositorum”, realtà e sentimento, sogno e visione.

              Fabio Bianchi