Dal 9 al 23 Ottobre 2016 espongono

Bonasia Alberto, Canziani Sara e Oprandi Serenella.

RECENSIONE

Ennesima importante collettiva di pittura alla galleria d’arte “La Spadarina” di Rosario Scrivano. Fino al 23 ottobre 2016 esporranno le ultime opere i pittori Alberto Bonasia (Pavia), Sara Canziani (Roma) e Serenella Oprandi (Bergamo).

Bonasia è un paesaggista, un inguaribile innamorato della grande tradizione paesaggistica non solo italiana. Le suggestioni provenienti dalla pittura di paesaggio sono sempre intense, ineludibili, raggiungono una percentuale molto alta. E questo perché la rappresentazione di paesaggio deriva dalla pittura sacra cioè il paesaggio, pur avendo raggiunto una propria dignità tematica, non ha dimenticato la dimensione sacra. O anche quel “genius loci” che ha sempre accompagnato le opere dei grandi interpreti soprattutto italiani attenti a rendere le atmosfere e gli scorci più caratteristici di certe zone d’Italia. Bonasia svaria abbastanza: infatti, accanto al paesaggio ormai codificato, troviamo anche vedute di marine e di porti nonché di imbarcazioni o di velieri. Perché un tempo la pittura di paesaggio doveva coprire cioè adornare le pareti in ciò alternandosi all’arazzo, ma doveva anche accendere la fantasia degli interni borghesi. Doveva cioè anche rilassare e introdurre un dinamismo fantastico che ancora intravediamo nelle tele – tutte ad olio di dimensioni medio-grandi – di Bonasia. Il quale sperimenta anche un tratto soggettivo, una pennellata più libera e creativa che dal piano impressionistico indulge verso quello espressionistico.

Ritroviamo poi con piacere anche Canziani che prosegue il suo percorso ondeggiando fra un Espressionismo astratto ed una ricerca segnico-referenziale. Punta molto sui simboli, anzi su un certo simbolismo che dal piano grafico raggiunge quello oggettuale fin quasi a configurarsi come valore assoluto. Troviamo anche alcuni stereotipi del linguaggio artistico, sconfinanti in quello pubblicitario, perché spesso nella pittura moderna idea ed immagine coincidono. E’ interessante l’approccio minimalista di Canziani non fosse altro perché recupera un’anima, una componente Pop Art che il contesto italiano pare – perlomeno parrebbe – aver perso. Ma che comunque ha significato molto per comprendere con immediatezza la forma-figura carica di significato per le capacità di sintesi che detiene. Il contributo di Canziani è utile anche se riletto nella dialettica mimesi-diegesi che ha sempre costituito un punto di riferimento nella storia dell’arte non solo italiana. Canziani propende per la mimesi – intesa come rappresentazione diretta della realtà senza altri fronzoli – mentre la diegesi come narrazione viene per ora rimandata. E’ un atto comunque coraggioso perché denota una sensibilità sottile ed acuminata capace di isolare e selezionare.

Infine Oprandi è una maga dell’acquerello perché, da semplici colori ad acqua ben amalgamati e ben movimentati, ricava scoppiettanti e sorprendenti effetti visivi. Ma anche e soprattutto psicologici perché Oprandi preferisce spesso l’approccio astratto ed informale. Arricchendo, così, la grande tradizione acquerellista non solo italiana solitamente ispirata e legata al reale. I suoi acquerelli diventano leggere ed eleganti ma anche erudite riflessioni sul limite e sul significato di certi colori, soprattutto su aspetti e momenti della nostra vita. Esemplificativi alcuni degli acquerelli esposti: 

“Rovetta 19 agosto 1961”: tenerissimo omaggio ad una pittoresca zona del bergamasco.

“Due soli”: un reale affocato, quasi una tempesta di fuoco, forse lingue di fuoco che uniscono terra e cielo, due astri vicini ed incombenti: un triste presagio o un’energia positiva per vivificare la nostra terra?

Ne “Il ballo” emergono due figure scarsamente definite ma unite dal movimento, avvinghiate dall’amore per il ballo in una nuvola colorata e tutta virata ad un rosa-ciclamino intenso ed impressivo.

“Brandello rosso” è un romantico notturno con una luna lontana, quasi nascosta nelle profondità siderali, in primo piano invece fra rade erbe spicca un segno rosso (amore, pensiero …).

“Verità o bugia”: dialogo stretto fra due volti, vis-a-vis a tratti commovente perché potrebbe essere un sincero chiarimento all’insegna della verità oppure un urto frontale per una dolorosa bugia …

“Separazione”: l’opera più enigmatica, forse una lacerazione materiale, forse uno strappo spirituale, forse … comunque dalla notevole forze segnica e referenziale.

Dunque tre artisti diversi per formazione e temperamento, ma in certo qual modo complementari: Bonasia insiste sulla componente storica ed accademica della pittura. Canziani recupera invece un aspetto oggi sempre più attuale perché veicola un icastico contenuto con forza e perentorietà. Oprandi infine indaga le sottigliezze spirituali del fenomeno artistico, quella condizione impalpabile che solo l’artista esperto e sensibile sa cogliere nel fluire della vita.

                Fabio Bianchi