Dall’1 al 15 Marzo 2015 espongono

Branà Giuseppe, Grandi Magdalena, Stringa Gloria e Trombelli Martina.

RECENSIONE

La galleria “La Spadarina”, strada Agazzana 14, Piacenza, di Rosario Scrivano è ormai saldamente inserita in un collaudato circuito espositivo. Gli artisti che qui hanno esposto ed espongono tuttora sono, nei rispettivi ambiti, portatori di linguaggi innovativi e di virtualità tecniche. Fino al 15 marzo 2015 protagonisti saranno artisti affermati come i pittori Magdalena Grandi di Milano e Martina Trombelli di Bologna, la performer Gloria Stringa di Cremona nonché lo scultore Giuseppe Branà di Modena.

I dipinti di Grandi – olio su tela, spesso anche su tavola – sono un tuffo in un realismo che sconfina nell’immaginoso La abilità nel diluire e nello sfumare i colori le permette di catturare ineffabili sentimenti visivi, la transitorietà della nostra esistenza. E questo è evidente in tutti i suoi soggetti, dai paesaggi alle nature morte ma è di icastica evidenza nei ritratti. I paesaggi, spesso evanescenti, talora fumiganti, inducono un pacato rispetto alla natura ricercando, quasi, un’essenza divina. I ritratti – via via scarmigliati, sognanti, tenerissimi – scandagliano invece profondità psichiche. 

I polimaterici di Stringa sono una raffinata analisi – visiva, psicologica … – del reale e delle sue multiformi manifestazioni. Al centro e alla base di tutto c’è la materia, anzi una resina spesso luccicante che – in un tratto fulminante – avvicina la dimensione religiosa a quella astro-fisica. Qualche divinità plasmò la creta per creare l’uomo, qualche altra entità congegnò il Big Bang e le opere di Stringa sembrano mediare questi estremi. Gli acrilici su resina o su tavola sembrano poi voler ripercorrere, cercando al contempo di svincolarsi, l’Informale in un’organicità magico-mimetica. 

I dipinti di Trombelli partono dalla semplice osservazione del mondo esterno e procedono ad una semplificazione tra il didattico e il concettuale. Non c’è la realtà vera e propria ma solo l’immagine, il ricordo, anche la nostalgia per ambienti per cui ha ancora senso parlare di Natura, Arte, se vogliamo anche Storia. In questa “realtà aumentata”, in un mondo dove vige il “paradosso dell’abbondanza”, Trombelli ci dice che è ancora possibile depurare, purificare, puntare solo su disegno e colore. Non dimentichiamo che certi Impressionisti dipingevano soltanto per ombre colorate ….

Invece le sculture di Branà ribadiscono che per conquistare lo spazio servono idee nuove, figure di spicco, segni forti. Lavorando sopratutto legno di pino e di abete ma anche di olmo Branà ci racconta una contro-storia della scultura. Non c’è la figura umana o l’opera astratta ma la tensione, il dinamismo verso l’assoluto (Alto verso l’Altro). In alcune opere Branà non dimentica la dimensione ludica (Il giocoliere) o un certo impegno morale e religioso (Manifestazione dei cardinali). Alla base di tutto c’è sempre una straordinaria compattezza, una materia concentrata di energia.

Ancora una dimostrazione dunque da parte di Rosario Scrivano di come sia possibile selezionare motivati artisti come Branà, Grandi, Stringa e Trombelli. Per offrire così ad un pubblico sempre più sofisticato opere di alto livello su registri stilistici diversi.  

                Fabio Bianchi