Dall’8 al 22 Dicembre 2013 espongono

Ancora Teresa, Feofeo e  Zanferli Elda / ZELDA.

RECENSIONE

Anche in questa collettiva alla galleria “La Spadarina”, strada Agazzana 14, Piacenza, il titolare Rosario Scrivano ha allestito un interessante dialogo tra stili e forme, materia e fantasia. Fino al 22 dicembre esporranno infatti la scultrice/creativa Teresa Ancora di Parma, le pittrici Feofeo di Asti e Zelda di Brescia.

Nella pittura contemporanea si agitano varie anime, c’è poco passato, molto presente e qualche anticipazione di futuro. La pittrice bresciana Zelda (Elda Zanferli) ha, per istintiva empatia, sempre coltivato la pittura di tradizione, paesaggi soprattutto e qualche natura morta. Anche nelle sue ultime opere qui esposte non c’è nessuna pedanteria scolastica, nessuna influenza accademica, nessun pedaggio al genere. C’è solo la passione – infinita e mai doma – per un approccio che furoreggiò per tutto l’Ottocento e che lungo tutto il Novecento è sopravvissuto in molte isole felici. Ha a tutt’oggi un largo seguito, costituisce circa il 90% dell’attuale produzione, risveglia echi e risonanze interiori, una nostalgia non passiva ma edificante, non scontata ma corroborante. I suoi paesaggi hanno un sapore caldo, famigliare, genuino non tanto per i soggetti ma per l’amalgama cromatico, certa ricercatezza stilistica e la profondità di campo che avvinghia e cattura.

Pochi decenni fa imperversavano prima l’Astrattismo – poi divenuto, nell’esasperazione  tecnica e formale, “Espressionismo astratto” – e quindi l’Informale.  In Italia questi movimenti hanno ancora notevole seguito e molti artisti italiani come Feofeo cercano oggi non la forza devastante del segno o contrasti cromatici talora abbacinanti. Più che altro, come appunto Feofeo, sono orientati alla tessitura materica pacata ma solenne del fondo, del substrato dell’opera. E poi non punta sull’urlo o sull’urto ma anzi cerca e trova in piccoli grafismi, in calligrafiche descrizioni e in filiformi narrazioni il senso di una vita per la gran parte di noi frastagliata, stressante e spesso tormentata. Le opere di Feofeo ci dicono quanto difficile sia sintetizzare la complessità del mondo esterno in un unico logos, quanti piccoli contrasti e quante larvate incomprensioni siano all’ordine del giorno nei sempre più difficili e quasi insolubili rapporti umani.

Teresa Ancora è una creativa originalissima che ha brevettato un materiale altrettanto originale derivato dal vetro fuso. Così facendo ha saputo svincolarsi dalla tradizionale lavorazione del vetro e proporre composizioni assolutamente moderne, accattivanti e fascinose. Ancora è un’artista/scultrice completa perché realizza con uguale padronanza sculture, dipinti e bassorilievi che derivano spesso dai suoi particolari “stati d’animo”. Suo grande merito è saper plasmare queste fusioni con estrema versatilità sicché il vetro colorato, mutevole e lucente acquista una propria anima, una precisa identità. Ancora è cioè riuscita a tradurre il forte sperimentalismo che ha sempre caratterizzato le sue opere in immediata comunicatività, in una potente sintesi di realismo e invenzione. Superando di slancio la rigida schematizzazione delle arti ha così raggiunto una multimedialità espressiva che ha pochi paragoni nell’arte italiana contemporanea.

         Fabio Bianchi