Dall’8 al 22 Febbraio 2015 espongono

Belloni Giulio, Biagini Yuri, Brenno Giusella e Zampieri Elena.

RECENSIONE

Prosegue lo stimolante viaggio artistico-culturale in tutta Italia del gallerista Rosario Scrivano alla ricerca di talenti da coinvolgere in iniziative prestigiose. Fino al 22 febbraio – alla galleria “La Spadarina”, strada Agazzana 14, Piacenza – esporranno i pittori Yuri Biagini (Pistoia), Giusella Brenno (Monza-Brianza), Elena Zampieri (Venezia) e lo scultore Giulio Belloni (Milano).

Biagini lavora sulle immagini, le dissolve, le diluisce, le smaterializza e quasi le materializza in senso spirituale. La sua produzione è tutta finalizzata a trovare un’identità nel vuoto, nel nulla anzi nella quarta dimensione, non visibile ma intuibile. Le sue composizioni – sempre olio su tela anche di medie dimensioni – lentamente si allontanano dallo spunto naturalistico per espandersi in senso metafisico. Le larghe campiture cromatiche spesso, repentinamente, si contraggono e testimoniano un autore attento alle sfumature della realtà esterna cioè alle pieghe dell’anima. La forza di Biagini? Le sue opere non sono né informali, né astratte, né …. sono semplicemente creazioni dell’artista Biagini, non brevettate ma comunque originali.

Brenno invece da anni propone un approccio pittorico sempre più materico, sempre più lontano dalle velature cromatiche dell’olio per puntare sulla forza intrinseca del polimaterico. Perché screziando e movimentando la tela con sabbia, sassi e altro ottiene un accattivante effetto visivo, introduce un’ulteriore valenza espressiva. Anzi richiama le potenzialità della gran madre terra visibile soprattutto nelle marine, soggetto tra i più frequenti dell’ultima produzione, vero e proprio leitmotiv. Le marine così trattate hanno qualcosa di magico, di irreale, inducono una sospensione fra terrestre e celeste. Non dimentichiamo altre opere tradizionali come il tenero e romantico “L’albero della vita” o, venato di simbolismo, “La strada della musica”.

Zampieri lavora su diversi soggetti, passa agevolmente dal vedutismo tradizionale ad un mondo fantastico. In quest’ultimo caso risente moltissimo del Surrealismo ma anche dell’Espressionismo nordico e l’adesione al movimento “Surrealtotemismo” conferma tale ecletticità. Le vedute della laguna hanno una componente naif oltre a solide basi disegnative e presuppongono la sensibilità visiva dell’illustre scuola veneta. Nell’irrealtà di Zampieri troviamo invece  forte connotazione contenutistica, una summa di significati oggi drammaticamente percepibili e direttamente tangibili. Allora “L’entrata del nuovo vivere” è metafisico, “In volo dopo la pioggia” è vivace e movimentato mentre “L’occhio che osserva” ha, alla base, un’ottima intuizione.

Belloni ha qui riunito composizioni diverse fra loro come impostazione, concezione e relativa traduzione materica. Ognuna però indicativa di un periodo, uno stato d’animo, un ambiente, soprattutto di una tendenza. In questo caso prevale la dimensione minimalista, la ricerca di rigore formale ed essenzialità espressiva essendo,  la scultura, arte del togliere e dell’alleggerire fisicamente e visivamente. La “Dama in rosso” ricorda le tensioni di Giacometti, il “Cristo in acciaio” unisce e/o divide razionalità, flessibilità e modularità dell’industria. Invece “Busto di donna”, “Uomo che cammina” e “Bambino mai nato” testimoniano magie, l’eterno bisogno dell’uomo di creare qualcosa, sconfiggere la solitudine, offrire qualcosa agli altri.

               Fabio Bianchi