Luigina Lorenzi

BIOGRAFIA e CURRICULUM

Nata a Riva del Garda il 25 marzo 1947, vive e lavora a Torbole sul Garda ( Tn ) in via Bellavista, 45.
Pittrice inizia la sua vita di artista nel 1970. I lusinghieri successi di critica e pubblico, portano le sue opere
nelle maggiori Gallerie e Collezioni private, italiane ed estere.
Partecipa a premi nazionali ed internazionali, con personali e collettive. Hanno scritto di lei: M. Di Bartolo, E. Martinelli, M. Monti, M. Dall’Aglio, M. Klaus, P. Menapace, G. Riccadonna, M. Cossali, F. Degasperi, S. Perdicaro, S. Bernardi, O. Maffei, V. Cracas, G. Guarnieri, F. Bianchi, R. Gerevini Navalesi, G. Izzi, M. Maione ed altri.
Oltre alla pittura, scrive da circa quindici anni, nel 2002 ha pubblicato il suo primo volume di poesie dal titolo “ Sorsi di vita “ e nel 2010 “ Pensieri scomposti” entrambi fanno parte della Collana Picchio Verde, ed. UCT di Trento. Nel 2013 ha presentato il suo terzo libro di narrativa dal titolo “ Lorenzo e Federico: l’amore e l’indifferenza“

Le quotazioni delle sue opere da € 800,00 a € 5.000,00

Curriculum artistico

2009-10

Mostra Arte in Fiera a Reggio Emilia
Mostra Concorso Premio La Spadarina Piacenza
Mostra collettiva a Marcon ( Ve )
Mostra collettiva a Casa Tani Rovereto ( Tn )
Mostra collettiva Amici dell’Arte a Riva del Garda ( Tn )
Mostra Concorso Premio La Madonnina di Vigolo Vattaro ( Tn )
Mostra Personale con presentazione 2° libro poesie a Nago Torbole
Mostra collettiva al Forte Alto di Nago-Torbole ( Tn )
Mostra concorso Premio a Mezzolombardo “ Le vie dell’Arte “
Mostra collettiva “ Eros e Tanatos “ a Trento
Corsi di pittura e disegno presso il suo Studio di Torbole sul Garda ( Tn )

Mostre 2011-2012

Mostra Collettiva “ Paesaggio trentino con mostra del Durer “ a Cles ( Trento ) 2011
Mostra Collettiva per il 150° Unita d’Italia a Trento Palazzo della Provincia 2011
Mostra Itinerante per il 150° Unità d’Italia in Trentino 2011
Mostra Collettiva “ Eros e Thanatos “ a Nago” 2011
Mostra Collettiva S. Zeno Val di Non 2011
Mostra a Castello “ Schoenbrunn “ a Vienna 2011 su invito
Mostra Collettiva “ Insideart “ Ponti sul Mincio 2011
Mostra Collettiva SpazioEventArt “ La donna “ a Pergine ( Tn ) 2012
Mostra Collettiva Itinerante “ Nudo s/coperta dell’anima “ 2012
Mostra Personale a Riva del Garda presso la Galleria Craffonara 2012
Mostra Itinerante Genova, Trento, Pergine, Val di Non “ Ritratti e Ritrattisti “ 2012

Partecipazioni al “ Premio Giovanni Segantini “ ad Arco di Trento
Classificata al “ Premio Giovanni Segantini “ in estemporanea

Recensione su Judicaria di Tione di Trento del Prof. Menapace
Recensioni varie su UCT “ Uomo Città e Territorio “ di Trento
Recensioni sulle varie testate nazionali e estere

Luigina Lorenzi fa parte degli : “ Amici dell’Arte “ di Riva del Garda
del : “ Cartello degli Artisti “ di Trento

Dal 2012 è’ presente nell’ ” Archivio Monografico dell’Arte Italiana “

2013
Concorso La Spadarina dal tema ” Ricerca e fantasia “
Collettiva ” La fascinazione, irresistibile tentazione ” a Riva del Garda Galleria Craffonara
Collettiva ” Va pensiero ” 200° nascita di Verdi degli Amici dell’Arte di Riva del Garda
Mostra alla distilleria Marzadro ( Tn ) ” Sintonizzando Arte e Disegn “
Collettiva a Rovereto ( Tn ) Amici dell’ Arte
Mostra s. Zeno Val di Non ( Tn ) Cartello degli Artisti
Mostra a Palazzo Trentini ( Tn ) del Cartello degli Artisti
Mostra il ” Bianco e nero ” alla Craffonara di Riva del Garda
Mostra a Palazzo Baisi di Brentonico ( Tn ) Nudo s/coperta dell’ anima
Performance libero di pittura alla Rocca di Riva del Garda
Collettiva per ” Garibaldi ” a Bezzecca ( Tn )

2014
Presentazione 3° libro ” Lorenzo e Federico ” a Palazzo Panni di Arco ( Tn )
” Giorni d ‘Arte ” all’ Expo Casa a Marina di Carrara con la Spadarina
Concorso La Spadarina dal tema ” Il tempo “

OPERE

CONTATTI

 

Indirizzo: Via Bellavista 45 –  38069 Torbole sul Garda (TN)
Tel.:  0464.505051
Cell.: 334.3090830
Email: luiginalorenzi@tiscali.it 

www.laspadarina.it
www.arteitaliana.org
www.lelite.it/lorenziluigina
luiginalorenzi.blogspot.com

RECENSIONI

Osvaldo Maffei

Cara Luigina Lorenzi,

Le immagini che ho rivisto nei tuoi quadri vengono da luoghi misteriosi e non invecchiano mai. Infatti come nella pittura di Gustave Moreau, le nature morte sembrano innalzarsi senza peso verso Dei di antichi culti orientali e la spuma d’acqua assomiglia alle assolate e fertili distese di grano mosso dal vento di Scirocco proveniente dal Sud. Altrove pare di sentire il profumo del muschio verde che circonda le cascate del piovoso Nord pullulante di vita e il rumore apparente dei tronchi contorti fa sì che le radici, strappate al terreno, non si arrendono alla fissità della roccia, ma si ribellano come elementi vivi, in continua trasformazione. Sono come antichi sogni che si perdono nella memoria di un mondo in cui la Divinità non viveva in templi sfarzosi, ma si manifestava attraverso il maestoso spettacolo della natura: all’aria aperta delle radure, nei boschi, nei cieli, oppure nei mari e in laghi alimentati da alte cascate montuose o profonde sorgenti di qualche oscura caverna.
In altri quadri ci sono le luminose figure dalla pelle nuda e vellutata, purtroppo mai immerse in questi paesaggi, ma colte in contesti isolati e senza sfondo per far emergere la forza delle loro membra fluttuanti nel nulla, come gli angeli nel cielo di un qualche antico affresco
pagano. Significativo il quadro intitolato “ Riflessi “ che ritrae i “ ferri del mestiere “: due vasi, pennelli ed alcuni colori, non casualmente ripresi in una superficie riflettente. L’opera evoca lo scudo, lucido come uno specchio, che Atena aveva fornito a Perseo,raccomandando all’eroe di guardare la Medusa solo di riflesso e ci ricorda il potere dello sguardo e delle immagini. A parte questo splendido lavoro e le scarne case costruite dall’uomo o qualche ciotola d’argilla in uso ovunque nel mondo; tutto il resto rafforza il senso di estraneità e non ci da le coordinate necessarie per capire esattamente il dove e il quando di queste scene.

Dov’è la fonte che ti ispira?
Probabilmente anche tu non lo sai, eppure esiste da qualche parte e i tuoi lavori lo provano! So solo che è un luogo a cui tutti noi aspiriamo e in cui il poeta afgano Jalaluddin Rumi aspetta con questa sua bella poesia:

“ Al di là dell’idea
del giusto o dello sbagliato
del bene o del male
esiste un altro luogo.

E’ là che ti aspetto.”

Vorrei ringraziare Dio per questo tuo dono, ma preferisco rendere merito al tuo lavoro e alla tua tenacia femminile. Lo faccio a nome mio e di tutti quelli che soffrono a causa delle limitazioni degli spazi di libertà e delle ingiuste proibizioni, sempre più incentivate e rafforzate da un clero asciutto e severo che sa pronunciare solo giudizi moralistici e verdetti di esclusione da una “chiesa matrigna” assuefatta alla ritualità sfarzose e dorate che non hanno nulla a che vedere con il Dio che noi conosciamo.

Ester Martinelli - Critico d’Arte

Staccarsi dalla realtà, immettersi totalmente nella natura, creare atmosfere rarefatte con tonalità cromatiche e dissolvenze musicali e liriche. È questa la poetica di Luigina Lorenzi, una pittrice che in anni di attività e di ricerca ha assunto una suggestiva identità attraverso la creazione di impressioni e l’evocazione di immagini simboliche della realtà.
E’ una realtà fatta di luce, di chiaroscuro, di atmosfera di particolari abbozzati, staccati quasi dall’insieme, riproposti dopo una meditata interiorizzazione, con il garbo e l’eleganza di chi presenta la somma di esperienze artistiche e pittoriche vissute e pesate fino alla sintesi cromatica e descrittiva.
Nasce una verità voluta, controllata, mai a caso, dove ogni elemento ha una sua storia, un suo giusto collocarsi, un suo significato: questo nelle figure, ma anche nelle nature morte e negli scorci naturalistici. E’, quella di Luigina Lorenzi, una pittura di immediata e gradevole fruizione; una pittura pensata quindi ed a volte sofferta, dove il tema è solamente un pretesto, il colore ne è il fondamento, così come la poesia ed il lirismo che animano trasformandola, una realtà spesso semplice e scontata.

Maria Di Bartolo

Luigina Lorenzi, giovane, ma valida pittrice autodidatta, riesce ad infondere ai suoi quadri, con tratto sicuro ed efficace, una vibrante vitalità che deriva dall’impulso naturale, non soggetto a riflessiva ragione.
Quei nudi di donna, che caratterizzano la sua pittura, si distinguono per l’armoniosità dei colori, delineati i periodi di evoluzione e la lievità del segno che, in certi punti sembra dissolversi in una nube di cromatiche evanescenze.
La sensibilità dell’artista valorizza le sue opere, dalla intensità espressiva dell’uomo ritratto in atteggiamento estatico, al volto sereno del ragazzo che fissa
il suo sguardo incuriosito ed attonito, ed ancora i paesaggi, la cui peculiarità non
è solo una visione realistica del soggetto, ma una riproduzione del soggetto stesso passata attraverso la delicatezza del suo sentimento.
Ci sia consentito, prima di concludere, un altro accenno sui nudi, figure di donne
pervase da un’incandescente femminilità, attenuate da quel velo di pudore che ne fa coprire il viso ed ingentilisce i gesti, senza cedere ad un materialismo grossolano e di facile presa.
Luigina Lorenzi ha partecipato a varie mostre collettive e personali sia in campo regionale che nazionale, ottenendo consensi e riconoscimenti per un autentico e meritato successo.

Professor Pier Luigi Menapace

Entro in sordina nel laboratorio di Luigina Lorenzi, timoroso di turbare il silenzio che vi regna. L’artista mi viene incontro con un bel sorriso, ospitale. Mi mostra le sue opere; ne parla pure,con semplicità ed umiltà.
Le tematiche e le tecniche sono varie, a prova di una forte propensione alla ricerca.
Sono richiamato, di primo, da tre tele che attestano l’interesse dell’autrice per la satira sociale di matrice espressionistica. In particolare: “ La metamorfosi “ (olio cm 50 x 70 del 1990 ). I tratti brevi e rapidi, la deformazione risentita della figura muliebre, la violenza dei contrasti cromatici evidenziano una sincera ed appassionata denuncia della nostra società corrotta, ipocrita, malevola e vile nell’assuefazione al conformismo ed al perbenismo di facciata.
Mi dice Luigina: “Sono molto sensibile e fragile spiritualmente. Basta una sola parola, talvolta per ferirmi”. E sento sotto quell’aspetto di donna vigorosa e coraggiosa, un animo che profuma di gentilezza squisita e di amore per l’Arte. Il suo travaglio trova pace, per qualche istante, nell’idillio.
Ho presente, in proposito, “ Et in Arcadia ego….” ( olio su tela, cm 40 x 50 del 1996 ) : uno scorcio di lago solitario, in quel di Gargnano ( BS ) ; ove la nota dominante è l’elegiaca tenerezza soffusadi malinconia.
Un tema ricorrente in “ Odore di nebbia “ ( olio cm 50 x 70 del 1998 ) che traduce l’emozione lirica del Poeta nell’immagine visiva: “ ….un canto come un fiume che abbia dolci nebbie e profonde rive…”. La parola – simbolo come il colore evocano immagini oniriche affioranti dall’inconscio; pregnanti nostalgia di un tempo e di un mondo lontano ( Ou sont les neiges d’antan?) decantate dall’intuizione sul parametro della memoria remota. La Poesia ha mille voci ed un solo cuore.
Talvolta la natura si ribella alle imbrigliature imposte dall’uomo; per dar luogo ad alluvioni,ad improvvise tracimazioni e conseguenti devastazioni.
Talaltra è un fortunale che sconvolge le rive del lago. Pure i momenti drammatici sono analizzati attentamente da Luigina che ne è ammagliata. Non si avverte il terrore né l’orrore in questi dipinti, ma il fascino della potenza e della grandiosità d’uno spettacolo magico ove un vortice di vento ed acqua esplode in una polifonia di toni tragici, modulati da sciabolate di verde, di grigio e di viola nella giustapposizione delle tinte complementari; sommerse da una luce livida, quasi innaturale, sino alla catarsi nell’armonia del bello. Eidos e patos in sintesi perfetta.
Equilibrio, sempre e soprattutto; ove la polemica si trasforma in meditazione serena e la passione si tempera di sentimento, mediante la suggestione fantastica.
E’ il segreto della composizione che si eleva a poema. Un figurativo idealizzato ritroviamo, infine, negli studi di nudo maschile e femminile; animati di trasparenze e pigmentazioni calde, luminose.
Il colore è steso con le mani, a campiture larghe; poi, con sottili e sapienti pennellate, si traccia il lieve profilo della figura.
Ci viene incontro uno sconcertante “ Cristo inchiodato alla croce” ( olio, cm 100 x 100 del 1998).
Riassume i tratti fisionomici del maschio e della femmina. Un ambisesso. Nulla di blasfemo, a pensarci bene; poiché Egli ha in osé tutta la creazione. Ma non ci era mai stato dato di pensare che il Dio-Uomo potesse considerarsi pure Donna.
L’arditezza del tema ci rimanda a Leonardo ed alla sua “Vergine delle rocce”, ma Luigina Lorenzi l’ha risolto in modo del tutto personale, su un piano umanissimo di amore e di dolore che si transustanzia nel sentore del divino. Ne siamo pure noi ammirati.

Professor Mario Cossali - Critico d’Arte e di Letteratura

La magia del togliere e dell’aggiungere
Di fronte alla pittura di Luigina Lorenzi ci si domanda subito che cosa possa nascondere dietro ai suoi nudi, alle sue acque e ai suoi alberi, ma soprattutto dietro all’ininterrotta sequela di corpi femminili nudi che accompagna fedele da molti anni, più di trenta, la pittrice di Torbole sul Garda. La risposta probabilmente è molto più semplice di quanto non si possa sospettare: dietro a questi nudi “ inventati “ ( privi cioè di un riferimento concreto di modella) si cela una persona e nient’altro, la nostra pittrice con i suoi momenti sereni e i suoi momenti cupi.Dobbiamo peraltro sottolineare che la visione pittorica di Luigina Lorenzi, più che nascondere una personalità con la sua storia psicologica, oltrepassa piccole e grandi vicende intime e le sublima in una sorta di rappresentazione magica. Non si tratta di magia ingannatrice, di magia illusionistica, ma di magia trasformatrice dei sentimenti
e delle cose, che corrisponde ad un viaggio impegnativo di ricognizione nell’invisibile, per dare cioè l’immagine a ciò che non sappiamo nominare, a ciò che ci seduce e insieme ci perde, ci conquista e ci atterrisce.
I colori di Luigina Lorenzi sono attrezzati allo scopo: blù di Prussica, terra d’ombra, terra di Siena e terra di Siena bruciata, con qualche piccola incursione di qualche colore primario ( ma non sempre ). Sono i colori della terra , della materia materna e matrigna della terra, colori che ospitano o respingono a seconda della loro disposizione.
Luigina Lorenzi toglie ed aggiunge, dopo aver spremuto le quantità di colore desiderate; toglie ed aggiunge fino ad ottenere il risultato compositivo che la soddisfa. E’ un’operazione che segue i ritmi interiori dell’artista, ma che, in buona misura, corrisponde più in generale ai ritmi della vita, che aggiunge, regala, dona e consola come toglie, depriva, rinsecchisce e offende secondo un disegno incomprensibile, nel quale comunque spuntano i fiori profumati della gratuità, testimoni visibili di un mistero e di un’incognita che non ci danno tregua.

Mario Cossali - Critico d’Arte e di Letteratura

Le tele di Luigina Lorenzi sono un’abile trama poetica costruita in anni di lavoro e di ripensamento, nella quale il nudo femminile, o meglio il corpo di donna , è la struttura portante di una ininterrotta evocazione, di un continuo sogno che diventa sogno di contrapposizione all’aridità incontrata nel quotidiano. Il corpo di donna non ha dunque riscontri piattamente “ realistici “, è occasione linguistica, è spazio concettuale, è dimensione “ amorosa “, nel senso più panico del termine.
“ Sa sedurre la carne la parola,
prepara il gesto, produce destini…”
dice il poeta, e noi potremmo sostituire alla parola, che seduce, l’immagine pittorica, che evoca altre immagini, sensazioni, cominciando così a capire che il mondo pittorico di Luigina Lorenzi non è un mondo semplice e “ facile da usare “, ma è un percorso arduo tra ombre inquietanti e buchi neri.
Accanto ai corpi di donna vediamo altre strutture, altre occasioni di questa trama poetica: paesaggi certamente non consolatori, nature morte veramente morte. L’evocazione si amplia, non il senso; è ancora il Poeta, questa volta addirittura il Tasso, che ci aiuta a capire:
“ ma stabile aura non mi par che spiri:
ond’io sovente prendo altro consiglio
e raccolgo le vele a’miei desiri”.
Luigina Lorenzi raccoglie le sue vele con tecnica accorta, con sapiente uso del colore, con disegno esperto e ci invita a navigare con lei.

Mario Dall’Aglio

Un dato inconfutabile emerge subito alla vista delle tele della pittrice Luigina Lorenzi: la coerenza tonalistica e l’eclettismo figurale. La giovane artista: infatti che tra l’altro meglio si fa apprezzare per la sua modestia di definirsi pittrice autodidatta, disegna e dipinge soggetti dalla più svariata natura: dagli scorci paesaggistici e rustici di periferia alle composizioni floreali e di “natura morta”, ma, soprattutto, nelle rappresentazioni
muliebri, che realizza generalmente nella tecnica ad olio.
Questi quadri, dal sapore quasi “tenebroso”, sembrano uscire da una materia greve e ovattata insieme. I flessuosi corpi femminili, assai frequentemente assurgono a dignità quasi statuaria, poiché, da sfondi brunonerastri, appaiono modellati dalla luce che li vuole, appunto, sottrarre alle forti ombre dei piani successivi, creando effetti tonalistici e chiaroscurali evidenzianti anche vistose essnzializzazioni anatomiche peraltro mai scadenti nel volgare o, comunque, nell’erotico.
Una pittura, quindi, di grande effetto sensitivo, ma anche di gradevole determinazione poetica, mediante la quale la Lorenzi generalmente, entra subito in sintonia con fruitori smaliziati, ma anche con l’interlocutore occasionale.

Bruno Coveli (giornalista-pubblicista)

Le emozioni dell’anima e dello spirito tramutate in tele che improvvisamente,
mostrandosi ai nostri occhi, vibrano sulla nostra pelle, penetrano nella nostra mente a scuotere pensieri, a far nascere vibrazioni nuove che ci portano lontano nel tempo, fin quasi agli albori dell’esistenza.
La donna e l’acqua.
Un binomio che rappresenta la vita nel suo nascere, nel suo transito, nello scorrere del tempo, mostrando gli angoli più belli dell’esistere ma anche soffermandosi sui riflessi intensi dei più intimi e reconditi ricordi che fanno emergere, attraverso la luce che viola le tenebre, nuove speranze alla vita.
Più oltre, la donna, che si mostra con pudore al mondo, lei che è amante e compagna,moglie e madre. Pare quasi volerci mostrare ciò che di bello, ogni giorno, dove, luogo e tempo riusciamo a violare, a distruggere, ad annientare: la bellezza che ci è stata data come un dono prezioso, delicato, tenero e fragile….” Da conservare, proteggere, amare”. Nei suoi nudi ella sembra esprimere il “rifiuto” del sé come donna, esternando il suo tormento ed il disagio del proprio essere, imprimendo ai corpi significativi elementi dinamici in grado di fondersi con l’universo e di dare vita ad una nuova speranza.
Nelle acque, “ profondità recondite della sua anima “, l’artista ci mostra il suo grande rispetto e la paura generata in lei da questo inarrestabile elemento, che si amalgama in modo perfetto con la donna, quale sintesi stessa della nostra esistenza nel grande e misterioso disegno della vita.
Drammi esistenziali, perdite che ognuno di noi riconosce essere anche proprie, irrompono nelle sue cascate, che nascondono forme viventi tra le ombre: poi lo stupore della luce che irrompe i riflessi cupi del cielo che si aprono e gli ancestrali silenzi che si riempiono di fruscii e di voci lasciano pensare nuovi raggi di sole.

Marco Klaus - Critico d’Arte

Luigina Lorenzi è una giovane pittrice, una persona semplice e decisa. Svolge la sua attività pittorica da sette anni, è autodidatta ed ha fatto della sua molto personale pittura un’evoluzione continua verso una raffinata e più matura comprensione del disegno, della pennellata, dell’insieme cromatico. La sua è stata una scuola severa che ha fatto a sé stessa, tesa sempre verso il meglio, cercando di procedere, tela dopo tela, alla ricerca, attraverso varie tecniche ( china, incisioni, disegni, spatola, olio) della sua maturazione personale di pittrice. Teniamo conto che la realizzazione di sé, attraverso una manifestazione artistica personale, è scuola, se fatta seriamente e con sentimento, più severa del frequentare qualsiasi corso o accademia pittorica.
Nell’arco di questi sette anni l’artista è arrivata, dopo varie elaborazioni ed esperimenti, ad una pittura di un certo livello.
I nudi della Lorenzi, ed anche i paesaggi, si impongono subito all’occhio per un
cromatismo del tutto particolare, per delle luci che, se pur naturali, avvolgono lo spettatore in una visione quasi mistica.
I nudi sono corpi di donna , che a volte esprimono un messaggio meraviglioso di maternità, a volte la loro sicura e matura femminilità. Anche se di schiena, anche se senza volto, anche se a volte apparentemente pudìchi, quei corpi sanno darci un’impressione toccante di essere donne complete e ci trasmettono una dolce e avvolgente sensualità. Sono donne che sembrano aver racchiuso nel loro volto che non appare, ma che traspare dal loro stesso corpo, il simbolo, quasi l’ archetipo della donna, della femmina, intesa come la naturale compagna dell’uomo.
Sembrano rivelare attraverso dei veli quasi irreali, l’immagine della donna, che da secoli viene tramandata da poeti e scrittori, da fatti mitici e storici. Donna intesa come l’eterna altra metà animica che l’uomo va cercando nelle sue peregrinazioni. La donna che è donna da sempre e sempre, che l’uomo può bensì contemplare, ma di cui mai riesce ad afferrare il profondo significato. Uomo che però, vedendone l’immagine, istintivamente riconosce nel suo animo esserne quello il simbolo.
Questo messaggio forse si ritrova anche nell’improvvisa luce che rompe il groviglio delle radici, abbagliante e semplice luce che la vera donna porta nel mondo più contorto dell’uomo, investendolo di mille significati.