Sandra Vukelic

BIOGRAFIA

Nata il 3 settembre 1973 a Belgrado, Sandra Vukelić si è diplomata presso la scuola di Design a Belgrado. Studia pittura nella scuola privata del professor Sergej Jovanovic. La vita e l’amore la portano a Piacenza, dove vive dal 2002. Poiché l’amore per la pittura e il bisogno di raccontarsi non si fermano, segue l’istinto e si integra fra riservatezza e le ispirazioni che la circondano, trovando un suo modo personale di comunicare. Lavora prevalentemente con acrilici su tela e compensato ma anche con disegni da tecnica mista. Ha lezioni dal professore Bruno Missieri e si è potuta esprimere anche con la tecnica di punta secca e acqua forte. La sua prima mostra personale si è tenuta nel 2011 a Piacenza. Nel 2013 è diventata socio fondatore dell’Officina dell’Arte a Piacenza. 

Seguono:

Mostra personale “Tracce” – disegni, Officina dell’Arte nel 2014.

Mostra personale “Con il sorriso sul mondo” – disegni e acrilici a Ogulin, Croazia, nel 2014.

Pubblica libro illustrato per bambini “Amico Cercasi” nel 2017.

Mostra personale “Imaginarium” – disegni, acrilici e incisioni”, Galleria Rosso Tiziano a Piacenza, 2023.

Partecipa a varie mostre collettive.

OPERE

CONTATTI

 

cell.:   3481526590

mail:  sandravukelic.sv@gmail.com

 blog: vukelicsandra.blogspot.com

Instagram: @vuk.sandra

 

RECENSIONI

Descrizione opere di SANDRA VUKELIC

Città d’oro:

Portando con te quello che sei, con quel tesoro si costruisce una città, una fortezza d’oro. All’inizio potrebbe sembrare che i pezzi non siano combattibili, invece è tutto come deve essere. Temporale come il passato e dietro le montagne.

 Harmony I:

Una semplice, banale nota del nostro pregiudizio che ci inganna volentieri. La casa apparentemente e obiettivamente semplice e povera….

Nasconde dentro di sé e un’armonia che si sogna di raggiungere. Una ricerca infinita.

Harmony II:

Una semplice, banale nota del nostro pregiudizio che ci inganna volentieri. La casa apparentemente e obiettivamente semplice e povera….

Nasconde dentro di sé e un’armonia che si sogna di raggiungere. Una ricerca infinita.

 Il riccio:

Le tentazioni con avviso, conseguenze e rischi.

La brigata:

Con fermezza e su uno scaffale dimenticato opera ed esiste una necessità di insieme. Tutto dipende da tutti, si mescola ed esiste insieme.

Intenzione e voglia di essere soli non è la natura di questa unità.

 Legami:

Intreccio di legami che vanno oltre la nostra voglia e logica. Sopra le nuvole dove tutto ha un’altra prospettiva ed emozione.

 Manifattura:

Sopraffatti dai pensieri che cominciano a trasformarsi in azione.

Combattere con l’idea che si “cuoce” e non c’è altra soluzione che accettare il fatto che pensiero non sparisce ma cambia forma.

 Paesaggio con armadillo:

L’entrata in un mondo libero ma nascosto.

Nello stesso momento, chi osserva l’opera si sente benvenuto e intruso allo stesso tempo. Si scopre un pezzettino di armonia nascosta ma anche inquieta. L’armadillo è chiuso in un momento di timidezza.

Giovanni Crotti

Nelle opere di Sandra Vukelic è onnipresente la proiezione del sogno, quindi, la proiezione di noi stessi in un tempo senza tempo e senza spazio. Questo tempo e questo spazio onirico è il tempo anche della creatività artistica che, nel caso di Vukelic, è più che mai legata all’inconscio. La sua opera è come un orologio senza lancette di cezanniana memoria: la vita quotidiana è fin troppo imbevuta di tempo, il sogno e la dimensione onirica no.

Bruno Missieri

Da Mostra IMAGINARIUM

Chi entra per visitare la mostra di Sandra Vukelić potrebbe essere attirato da un codice Qr, una di quelle icone formate da un quadratino con brulicanti segni messi a casaccio per la cui lettura si dovrà essere muniti di adeguato telefonino con infernale “app” adeguatamente scaricata.

Nel breve video sarà possibile così avere un esempio riguardo le doppie modalità di lettura delle opere della mostra che si svolge tra le antichissime colonne della Galleria Rosso Tiziano: si potranno osservare alberi minuziosamente disegnati che si animano al ritmo di un valzer opportunamente accostato. Una seguente opera è realizzata da vere scarpe decorate in pittura che contengono già tutto il decalogo paesaggistico per una piacevole corsetta in campagna. Altri dipinti descrivono scale aeree che collegano il mondo dell’esperienza reale ad un altro mondo rovesciato e, ancora, uno scaffale ricolmo di tazze, cuccume, teiere, piatti in tutte le forme e i colori possibili della immaginaria collezione privata di Sandra. A seguire, il cavallo bianco del Principe azzurro che si allontana avendo ormai perso definitivamente il suo Cavaliere. Non manca l’ironica citazione sull’Origine del Mondo (quello dipinto da Courbet!) per non dimenticare che esistono anche le pene dell’amore. Ma, poiché anche la vita quotidiana scorre talvolta piacevolmente, ecco un dipinto, forse per suggerire un monumento che ancora non c’è, in onore degli anolini piacentini con tanto di attrezzo (quello antico, tradizionale, ad anello seghettato).

La mostra consiste in una cinquantina di quadri di medie-piccole dimensioni di minuziosa descrizione e colori vivi; basterà anche vederne pochi all’inizio per comprendere subito lo sguardo ironico e divertito di Sandra Vukelić, la sua descrizione affettuosa del mondo e farsi catturare da tutta l’esposizione.

Dalla Scuola per il Design di Belgrado e dall’apprendistato di pittura nello studio del maestro Sergej Jovanovic, Sandra è approdata da oltre un ventennio a Piacenza, città che dice di amare, sicura di esserne riamata. Dipinge senza dimenticare che ogni suo quadro deve contenere una storia da ricordare, un monito da sottolineare, una debolezza umana di cui sorridere. La mostra si completa con un gruppo di incisioni mostrando, oltre alla complessità degli interessi colti di Sandra, una raffinata complessità di dettaglio esaltata dal segno raffinato dell’acquaforte.

Questo il filo conduttore e il doppio sguardo della sua mostra multitasking che apparentemente potrebbe risolversi in modalità stilistiche tra la “naiveté” e il surrealismo e che invece esce con un linguaggio talmente personale da risultare difficilmente incasellabile.

È questo il “cuore” che giustifica il titolo della mostra anche per ricambiare e confermare con questa esposizione il rapporto di simpatia con la nostra Città.